Dopo sei anni di crisi, le banche del Nord Est operano in uno scenario profondamente modificato. Ecco come stanno affrontando questa fase
Dopo sei anni di crisi, non solo le imprese, ma anche le banche del Nord Est si trovano a muoversi in scenari completamente cambiati. «Viviamo una situazione senza precedenti e questo lungo periodo ha radicalmente mutato le regole del gioco», dice Fabrizio Mora, responsabile Corporate della direzione centrale mercato di Veneto Banca: «Solo le realtà che hanno saputo ristrutturarsi, innovare e internazionalizzare mostrano oggi aspettative più ottimistiche della media. Nonostante ciò, circa il 73 per cento delle piccole e medie imprese venete che potrebbero avere le potenzialità per andare all’estero e ampliare la propria attività non lo fa perché non dispone delle conoscenze o dei capitali necessari».
Per questo l’istituto di cui fa parte Mora ha scelto di puntare sulla collaborazione con le associazioni di categoria e sulla firma di convenzioni e plafond dedicati alle imprese. E sull’accesso alle informazioni strategiche, come quelle sui fondi europei, grazie a una collaborazione con la Regione Veneto e Unioncamere Veneto Bruxelles. Una strada battuta anche dalla Banca Popolare di Vicenza, spiega il suo direttore generale, Samuele Sorato: «Abbiamo in essere circa 600 accordi per agevolare il più possibile l’accesso al credito e fornire servizi e prodotti su misura». E aggiunge: «Da circa un anno siamo anche attivi nel mercato dei minibond, per cercare di incoraggiare uno strumento di finanziamento innovativo rispetto al credito bancario tradizionale, che consenta alle imprese di diversificare il proprio indebitamento e di guardare con attenzione ai mercati più stimolanti. In pochi mesi siamo così diventati il principale operatore finanziario per le emissioni di minibond fino a 50 milioni di euro, con 6 operazioni concluse e 2 in fase di lancio». Il rapporto delle imprese con il credito è infatti lo snodo chiave. Come illustra Giordano Simeoni, responsabile della direzione Banca Popolare di Verona: «Da un anno a questa parte, in particolare, c’è pochissima richiesta da parte delle imprese: gli investimenti si contano con il contagocce. Ma noi stiamo spingendo molto sui prodotti e i servizi di sostegno per l’export e seguiamo bene, in particolare, le reti di impresa. Inoltre ci stiamo organizzando per proporre un finanziamento a 12 mesi dedicato alle aziende agricole, duramente colpite dagli ultimi disastri meteo».
Una banca, quella del Nord Est, che ragiona sempre più come un’impresa. Anche nel rapporto con la clientela. Come spiega Raffaele Zingone, responsabile pianificazione strategica di Banca Ifis, gruppo bancario indipendente specializzato nel credito alle imprese che nel Triveneto conta oggi più di 400 clienti: «Avere processi interni rapidi, ad esempio, è diventato indispensabile. Per le operazioni standard, che rappresentano l’80 per cento del nostro lavoro quotidiano, siamo in grado di dare un feedback entro appena 3 o 4 giorni. Anche un no detto in tempi strettissimi può essere molto utile per un imprenditore».