Il relitto della nave naufragata il 13 gennaio 2012 al largo dell'isola toscana ora è nel porto di Genova. Ma tutti i detriti restano sul fondo marino, provocando danni alla fauna e alla vegetazione sottomarina. Eco le immagini scattate dagli esperti dell'università della Sapienza

Il relitto della Concordia all'Isola del Giglio non c'è più. Si trova infatti nel porto di Voltri, a Genova. Ma il letto di acciao e cemento che per due anni e mezzo l'ha retto nelle acque cristalline dell'isola toscana è ancora lì, sul fondale. Come racconta il sito del Tirreno, da oggi in una versione totalmente rinnovata, 14 luglio scorso il ministro dell'Ambiente aveva promesso che il fondo marino sarebbe tornato com'era.

[[ge:rep-locali:espresso:285133159]]Negli ultimi documenti presentati dalla compagnia Costa, invece, della rimozione dei detriti non vi è più traccia. La relazione finale presentata dall'Università La Sapienza all'ex Osservatorio di monitoraggio mostra lo stato dei fondali nell'area del cantiere e qui vi mostriamo alcune delle molte immagini che il sito del Tirreno pubblica in esclusiva (CLICCA QUI per la galleria integrale) dove si vedono parti della nave, valigie, sedili, sedimenti fini sulle poseidonie e una grossa crosta di cemento, cui si aggiungono le piattaforme in acciaio.

Si tratta di “23.486 metri quadri di spazzatura concentrata a nord e a sud della Punta della Gabbianara fino a una profondità di una novantina di metri, con la maggiore concentrazione tra i 45 ed i 60 metri", come spiega la relazione della Sapienza.

Materiali e oggetti assolutamente nocivi, ovviamente, per la fauna e le specie vegetali sottomarine.
Insomma, un dramma ambientale ancora irrisolto, come racconta il Tirreno nella sua esclusiva.