Il governo Berlusconi ne ha bruciati 35 l’anno. Nel 2013 spiccano i viaggi della presidenza del Senato. Ora la festa è finita: i decolli ridotti a un quarto. L'Espresso ha visionato in esclusiva il dossier che mette a confronto cifre e dati

Spending review e non si vola più. Finalmente gli hanno tagliato le ali: la casta volante ha rinunciato al grande circo degli aerei di Stato. La stagione delle carovane ad alta quota di Silvio Berlusconi, che traslocava sull’Airbus presidenziale ballerine, musicisti e cantanti per le notti calde di villa Certosa, è ormai alle spalle. Nel 2010 le gite ad alta quota avevano impegnato quasi settemila mila ore di volo. Una media sconvolgente: venti ore al giorno. È come se un jet fosse rimasto sempre in viaggio per un intero anno, senza fermarsi mai. Ora la festa è finita: lo scorso anno le trasferte del governo si sono ridotte a 1877 ore, un quarto dell’allegro via-vai voluto dal Cavaliere. E i risparmi sono decollati: oltre 26 milioni di euro in meno rispetto alle acrobazie del 2010. Numeri esatti rivelati per la prima volta nel rapporto redatto per i vertici di palazzo Chigi dal colonnello Giovanni Bardelli, coordinatore del Servizio per i voli di Stato, di governo e umanitari. Un dossier – che “l’Espresso” ha potuto visionare in esclusiva - che mette a confronto cifre e dati.
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ALI DORATE Nel 2010 gli otto tra Airbus e Falcon a disposizione della presidenza del Consiglio decollavano senza sosta, collezionando un primato di 10.640 ore di volo. L’anno successivo i venti di crisi hanno cominciato a pesare e si è scesi a 8540. Poi è bastato l’arrivo alla presidenza del Consiglio di Mario Monti per tirare il freno e calare a 6.069 ore. Infine con Enrico Letta il taglio è stato completato. Nel corso del 2013, spiega il rapporto, le ore di volo complessivamente effettuate risultano 5.378: la metà esatta dell’ultimo anno berlusconiano. E di queste, solo 1.877 si riferiscono alle trasferte di governo. Altre 1.264 ore sono state dedicate ai viaggi umanitari e sanitari: centinaia di pazienti in condizioni gravi devono la vita al personale dell’Aeronautica, con missioni fondamentali soprattutto per i trapianti di organi. Il resto – 1066 ore - riguarda l’addestramento dei piloti. In picchiata anche le spese: da 53 milioni 200 mila euro del 2010, a 42 milioni 700 mila nel 2011, quindi 30 milioni 345 mila nel 2012 e ad appena 26 milioni 890 mila euro nel 2013, dei quali 18 milioni 190 mila euro connessi alle sole attività svolte dopo la nomina di Letta.
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VIP IN PICCHIATA
Il dossier permette anche di capire per la prima volta quale sia la porzione di cielo riservata alle cariche istituzionali e al governo. Dalle 6.997 ore nel 2010 si è passati a 5.343 nel 2011 e 3.136 nel 2012 fino alle sole 1877 del 2013. Quanto alle spese per le trasferte vip, sono crollate dai 35 milioni del 2010 ai 9 milioni del 2013. Cifre virtuose confermate anche dal numero delle “missioni del personale dell’equipaggio del presidente del Consiglio”. Nel 2010, ultimo anno pieno di presenza di Berlusconi a Palazzo Chigi, i decolli attribuiti al premier risultano ben 130, uno ogni tre giorni; diminuiscono a 116 nel 2011 con il Cavaliere in carica fino al mese di novembre; si attestano a 87 nel 2012 sotto Mario Monti; crollano a 64 nel 2013 con l’arrivo di Enrico Letta.

CHI VOLA DI PIÙ
La classifica dei frequent flyer dello scorso anno non mostra turbolenze. Al primo posto con 420 ore di volo c’è il ministro della Difesa, carica ricoperta prima dall’ammiraglio Giampaolo Di Paola e poi da Mario Mauro. Si tratta soprattutto di visite ai contingenti militari in Afghanistan, Libano, Balcani e di viaggi per vertici internazionali. Al secondo posto, con 303 ore, il presidente del Consiglio, cioè Mario Monti ed Enrico Letta. Terzo della graduatoria risulta invece a sorpresa il presidente del Senato, Renato Schifani e poi Pietro Grasso: a loro carico ben 175 sono le ore conteggiate. Una performance notevole: il quarto della lista, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, risulta aver volato appena 52 ore. Limitato invece l’impegno in favore del Vaticano, anche perché papa Francesco ha disertato la residenza estiva di Castel Gandolfo facendo così terminare i trasferimenti con gli elicotteri di Stato: le ore di volo sono state solo 44. Il censimento mostra anche 14 ore per gli impegni del presidente della Corte costituzionale e una quota misera - un’ora e 45 minuti - appannaggio invece del presidente della Camera, l’ex Gianfranco Fini e l’attuale Laura Boldrini.

LAVAGGIO A SECCO
Il dossier esaminato da “l’Espresso” svela un’altra voce misteriosa, chiamata “capitolo 132”. Si tratta delle spese effettuate con carta di credito dal comandate del velivolo presidenziale ma “solo in caso di necessità e urgenza”; dell’acquisto di “beni e servizi non compresi nella dotazione di bordo dell’aeromobile (catering, lavaggio biancheria, ecc.) e di ogni altro supporto occorrente per consentire la regolare effettuazione dei viaggi aerei del presidente del Consiglio, del vicepresidente e di altre autorità politiche della presidenza del Consiglio”, compreso l’acquisto di generi di consumo per la dotazione di bordo “degli aeromobili della flotta e per la sala Vip dell’aeroporto di Ciampino”. Snack, tartine, bollicine, caffè, briosche. Per il “capitolo 132” erano stati sborsati nel 2012 circa 220 mila euro, cifra scesa nel 2013 a 117 mila, con “un risparmio di gestione di 103 mila euro”, pari 47 per cento dell’anno precedente.

FUTURO ASSICURATO
I tagli arrivano su tutti i fronti, tanto da chiedersi perché nessuno sia intervenuto prima. Ad esempio sulle polizze. “A seguito di un controllo effettuato da questo servizio sulle procedute di gara (bandita dall’Aeronautica militare) e di una accurata revisione dei massimali e delle condizioni assicurative sul contratto per l’anno 2014”, spiega il rapporto, “si è potuti ottenere un risparmio di 129.120 euro rispetto all’anno 2012 e di 278.400 rispetto al 2011”. A cosa si deve il miracolo? Al cambio di fornitore. Il servizio ora è stato affidato, “previa procedura ristretta”, alla Allianz Global Corporate & Speciality per un importo complessivo di 660.420 euro, contro i 928.820 euro nel 2011 quando era appannaggio del raggruppamento di imprese Assicurazioni Generali-Ina Assitalia. Una bella sforbicita pure sugli oneri di rotta, rimborsati dal ministero dell’Economia: da 751 mila euro nel 2010 a 440 mila euro. Infine 93 mila euro sono stati incassati dai giornalisti che viaggiano al seguito delle autorità: prima volavano a sbafo, adesso si paga.

AEREI IN SALDO
Nell’ultimo decennio l’hangar di Ciampino del 31mo stormo, il reparto dell’Aeronautica che gestisce gli aerei blu, si è allargato per far fronte “all’andamento crescente delle richieste”, come spiega il documento. Il risultato è una corposa flotta vip a disposizione di Palazzo Chigi: “otto velivoli ad ala fissa e due elicotteri”, cui si aggiungono “due jet in “pool” appartenenti all’Amministrazione difesa”. Si tratta di tre Airbus (1 da 48 posti e 2 da 36), sette Falcon (da 9, 12 e 16 posti), due elicotteri Agusta AW 139. Tutti moderni, con allestimenti di lusso. Adesso però sono troppi: la flotta è“inadeguata in eccesso”. Così, come annunciato la scorsa estate dal premier, si è deciso di vendere un Airbus e due Falcon. A farsi avanti per l’acquisto è stato il governo Slovacco. Il contratto non è ancora stato completato, ma la cifra è già stata fissata: ben 50 milioni di euro. Una boccata di ossigeno d’alta quota per le casse statali.