Qui, invece, vorrei brevemente affrontare un’altra questione. All’assalto in Rete (lo hanno battezzato #noeurostorm) ha partecipato, a modo suo, anche Alberto Bagnai, professore di Politica economica all’università di Pescara. A Bagnai è dedicata una parte del mio articolo. Viene raccontato il suo curriculum accademico, l'impegno nella battaglia per il ritorno alla lira, il suo instancabile attivismo tra convegni, giornali, social network e comparsate in tv. Niente più di questo.
A quanto pare Bagnai non ha gradito. E quindi, via twitter, mi ha vomitato addosso sarcasmo e offese. Secondo l'illustre professore mi “dovrei vergognare” (ammettendo però che forse sono “recuperabile”), che non so nulla di economia, sono un “eroe di carta straccia”, guardo la partita in tv invece di rispondergli, faccio brutte figure.

Poi mi avvisa che prima o poi chi mi paga mi dirà di dire il contrario di quello che sto dicendo adesso. “Occhio”, mi dice Bagnai, perché anche lui scrive sulla “carta straccia” (sarà una minaccia?).
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Tralascio il resto per non annoiare. Noto però con una certa soddisfazione che mi trovo in buona compagnia. L'accademico noeuro ha l’abitudine di maltrattare in Rete chiunque non la pensi come lui. Chi ne ha voglia lo può verificare facilmente. E così Barbara Spinelli è “la Claretta Petacci del vincolismo….che non supererà il 2%, porella”.
I Cinque Stelle sono “carogne” che devono “portare altrove il loro fetore”.

Studiosi come Tito Boeri e Michele Boldrin sono liquidati come “macroeconomisti internazionali fai da te”. Secondo Bagnai, l’autore di un articolo su “il Foglio” non è altro che un “carneade prezzolato”, mentre ai giornalisti de “la Stampa” viene riservato l’epiteto non proprio originale di “pennivendoli”.

Se poi qualcuno insiste a esprimere concetti non allineati al Bagnai pensiero ecco che arriva l'avvertimento. Scherzoso, ma fino a un certo punto. “In tempi più civili li avrei fatti bastonare dai miei lacchè”, ha scritto il professore su twitter. Concludendo poi che invece si limiterà a far scrivere dal suo avvocato. “Cominciate a correre, lepri”: questo il consiglio finale.

Che dire? Ognuno ha il suo stile. Bagnai, però, insegna in un’università pubblica. Il professore, quindi, avrebbe il compito di trasmettere ai suoi studenti non solo nozioni di economia, ma anche i principi del dialogo e il rispetto per le posizioni altrui. Sarà capace, Bagnai? Speriamo, perché questo Paese ha già conosciuto molti cattivi maestri. Non si vorrebbe ricominciare.