Dal movimento dei Forconi al federalismo in salsa sicula, passando per una rifondazione dello Stato frutto dell’asse tra carabinieri e società civile, il generale dei carabinieri in congedo Antonio Pappalardo è ancora un vulcano in piena attività. E se all’inizio del 2000, il generale s’era messo in testa di rifondare lo Stato dalla guida del sindacato Cocer dei carabinieri, oggi le sue mire sono geopoliticamente più ampie.
Messo da parte il progetto “forconi”, il suo ultimo obiettivo, in ordine di tempo, è portare la “Pace in terra”. Perché si chiama proprio così l’ultimo contenitore politico sociale creato dall’effervescente generale palermitano. Il movimento ha un obiettivo prioritario: la Terrasanta. L’ultima missione di Pappalardo tra le sabbie della rovente Palestina dovrebbe partire tra la fine dell’anno e la primavera del 2015, con una serie di tappe obbligate già comunicate ai partner di “Pace in terra”.
l tour in Terrasanta di Pappalardo prevede una visita ai luoghi sacri di Gerusalemme, per poi fare rotta su Nazareth, Betlemme, lago di Genezareth, Mar Morto e infine Gerico. La missione sarà a carico dei soci del movimento. Nel tour è prevista anche la messa in scena delle opere musicali composte da Pappalardo. Il movimento “Pace in terra” è stato organizzato dall’ex generale Pappalardo con una pianta organica segnata da funzioni e ruoli che sembrano attinti dalle fiction di Ken Follett. Il cuore pulsante del movimento fondato dal generale è un comitato organizzativo chiamato “Atlantide”. All’interno del gruppo direttivo, il cui nome richiama la città scomparsa, è prevista la presenza di dieci componenti: i Vitanovisti. Da quel nucleo dirigente dovrà discendere un comitato più ampio, con almeno cento componenti: gli “Esemplari”.
Come una piramide che si apre al dialogo con la società, al comitato degli Esemplari toccherà designare un migliaio tra “Dame” e “Cavalieri” e diecimila “Alfieri”: l’esercito pacifista del generale. Non è possibile stabilire a che punto sia arrivato il recruiting del movimento creato da Pappalardo. Di sicuro, però, “Pace in terra” ha già tre sedi operative: Palermo, Roma e Malta.
Tra i componenti del direttivo rimbalzano i nomi di autonomisti siciliani della prima ora e politici di quel che fu la galassia di minuscoli partiti del centro destra all’epoca berlusconiana. Nell’atto costitutivo del movimento, infatti, risulta la presenza di Giancarlo Travagin, segretario politico di Alleanza Democratica, il movimento di centro presente in tutta Italia a macchia di leopardo. Di quella frangia politica guidata da Travagin ha fatto parte Giuseppe Caridi, consigliere comunale di Alessandria eletto tra le fila del Pdl nel 2007 e transitato nel movimento di Travagin. Caridi venne arrestato nel 2012 su ordine della Dda di Torino, nell’inchiesta sull’infiltrazione al Nord della ‘ndrangheta. Nel direttivo del movimento che punta dritto alla Terrasanta c’è anche Francesco Strafalaci, economista siciliano trapiantato a Malta. Strafalaci è l’ideatore del progetto “Yes”, acronimo di una divisa valutaria o che avrebbe potuto integrare yen, dollaro ed euro.
Ma le ambizioni del generale Pappalardo non si fermano alla Terrasanta. Il movimento “Pace in terra” è un contenitore quasi in fotocopia della struttura politica creata nel gennaio del 2013: il Movimento siciliano di Liberazione.
Il concetto di “autonomia” per la Sicilia è un vecchio pallino del generale Pappalardo, che nel 2008 arrivò a candidarsi alle elezioni politiche per la sigla Mpa, il partito fondato da Raffaele Lombardo, ex presidente della Sicilia, oggi estromesso dalla politica attiva per una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Tentando di ottenere l'appoggio di Lombardo, l'ex generale cercò di mettere in piedi un esercito sicilianista. La struttura si sarebbe dovuta realizzare con i fondi europei del Pon sicurezza e avrebbe avuto forza giuridica dal dettato dello Statuto siciliano, che indica nel presidente della Regione siciliana il capo delle forze di polizia nell'isola. Non se fece nulla. Pappalardo non venne neanche eletto ed alla fine optò per la poltrona di consigliere di amministrazione della “Ponte dello Stretto” Spa.