L’onorevole Gianluca Buonanno (48 anni, da Borgosesia, miope, bassetto, aria da impiegatuccio, già deputato leghista, ora a Strasburgo) vuol tener alta la tradizione cara ai padani delle carnevalate. L’ha inaugurata all’epoca di Tangentopoli il deputato Luca Leoni Orsenigo, che si sporse dal suo scranno sventolando un cappio da forca per indicare quale sorte, secondo lui, meritavano i corrotti. Poi è stata la volta di esimi senatori del Carroccio che si sono esibiti in altre forme di protesta più simili a buffonate.
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Una volta, per esempio, hanno bloccato la discussione di un progetto di legge sgradito improvvisando un picnic nell’aula con tramezzini di tonno e panini al prosciutto; un’altra volta hanno sbeffeggiato una crisi lampo del governo Prodi presentandosi abbigliati da clown, con il nasone di gomma rosso e un grande papillon giallo al collo. Mario Borghezio è andato oltre, ha preferito la farsa: anni fa, l’ex deputato di Torino ha pronunciato a Montecitorio un discorso in dialetto piemontese esordendo con un «Monsù president, colega parlamentar…». «L’italiano», ha poi dichiarato, «è una lingua coloniale».