È infatti la capofila di una class action promossa da più di cento persone che negli anni scorsi sarebbero stati erroneamente classificati come stagisti non pagati invece che come dipendenti della sede newyorkese di Armani. Secondo l’atto di citazione depositato presso la Corte suprema di Manhattan, avrebbero dovuto invece essere retribuiti almeno con un salario minimo.
La Figuccio - che nell’estate del 2009 lavorò per circa 20 ore settimanali, da giugno ad agosto, presso il quartier generale di Armani a New York - ha chiesto ai giudici, oltre ai salari non ricevuti, anche il risarcimento dei cosiddetti “danni punitivi” sia per sé che per gli altri.
Interpellata a riguardo da “L’Espresso”, l’azienda ha risposto con un asciutto «No comment».