Attualità
gennaio, 2015

Terrorismo, chi sono gli 800 jihadisti pronti a colpire l'Italia

Il dossier top secret del Viminale sui possibili terroristi. Con una decina di allarmi “seri” su piani per attacchi in Italia. Dove si sarebbe nascosta anche la “vedova bianca” delle stragi di Londra

La prima linea del terrore che punta al cuore dell’Europa è sintetizzata in un dossier top secret: un fascicolo che raccoglie quasi mille note informative del Viminale, redatte tra aprile e fine dicembre 2014, esaminate da “l'Espresso” nel numero in edicola venerdì 16 gennaio. Documenti che contengono l’identità, le storie, le foto – e talvolta gli obiettivi da colpire – di quasi 800 tra donne e uomini.

Nelle carte investigative sono individuate una decina di minacce “serie”contro il nostro Paese. C’è una nota dello scorso 19 settembre che è servita per gettare le basi di due inchieste aperte dalle Procure di Palermo e Catania sulla potenziale presenza di terroristi tra i clandestini sbarcati in Sicilia.

Il primo file è della Digos. Le indagini prendono spunto dalla testimonianza di un cittadino egiziano. È arrivato a Porto Empedocle il 13 settembre. Durante la traversata ha conosciuto Shadi, siriano, e Mohamed, palestinese: descrive i due ragazzi alla stregua di integralisti pronti a combattere sul suolo italiano. Sostiene di aver saputo che sono giunti in Italia, per congiungersi a un gruppo già presente a Roma. Il loro obiettivo – si legge nella nota del Viminale – è Il Vaticano.
Inchiesta
Terrorismo, chi sono gli 800 pronti a colpirci
15/1/2015

Per i funzionari della Digos è una corsa contro il tempo. Perché Shadi e Mohamed sono stati schedati e fotografati allo sbarco. Poi sono stati inviati in una struttura di prima accoglienza. Ma quando gli agenti tentano di raggiungerli, dei due non c’è più traccia.

Che le rotte della migrazione abbiano punti di contatto con il mondo dell’eversione lo indicano altri tre cablo del Viminale. Il primo, il più delicato, è del 16 luglio di quest’anno e porta la firma dei servizi segreti militari. L’allarme è relativo a una cellula di cinque combattenti dell’Isis, europei di origine tunisina e canadese, che dopo aver abbandonato la trincea siriana, avrebbero intenzione di fare rotta verso l’Italia.

Dei cinque miliziani, l’Aise riesce a fornire quattro identità. Per l’intelligence è una minaccia seria: la cellula sarebbe stata formata e addestrata nei campi siriani di Saluq e Arkashi.

I servizi seguono le tracce sino allo scorso 15 luglio, quando i terroristi avrebbero deciso di imbarcarsi su una motonave con a bordo 400 clandestini, diretta verso le coste laziali. Una volta giunti in Italia – racconta la nota dell’intelligence – i cinque avrebbero potuto muoversi liberamente grazie a passaporti norvegesi. Anche in questo caso, il target operativo dei combattenti è individuato nella Santa Sede.

Secondo le analisi del Viminale, pure la formazione radicale somala Al Shabaab avrebbe messo nel mirino obiettivi statunitensi in Italia, per vendicare i raid dei droni contro i loro capi. Così, grazie «ai dati raccolti in ambito internazionale» dalla scorsa estate è partita la caccia a un cittadino etiope già entrato in Europa e in contatto con una rete di connazionali che si estende in tutto il nord del Continente. Nel profilo del candidato kamikaze si legge che è «esperto di biochimica ed avrebbe nozioni sull’assemblaggio di ordigni esplosivi».

Secondo l'intelligence Usa anche Samantha Louise Lewthwaite avrebbe scelto la Penisola - e in particolare Firenze - come nascondiglio temporaneo. È una delle most wanted del terrorismo internazionale, ribattezzata la “vedova bianca” per essere stata la sposa di Germaine Lindsay (uno dei kamikaze dell’attacco del 7 luglio 2005 alla metro di Londra) e ricercata per attentati in Kenya e Nigeria.

LEGGI L'inchiesta integrale su l'Espresso in edicola venerdì 16 e subito su Espresso+

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