Uomo dall'eloquio "immaginifico", come il quasi-concittadino D'Annunzio, citando "un pensiero speciale ricevuto via sms", qualche anno fa il governatore dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso scrisse: "L'uomo nasce dall'acqua, l'acqua fa vivere l'uomo, sull'acqua si costruiscono i ponti, il ponte si specchia sull'acqua, sui ponti si fonda l'amore, il vero amore è un ponte. Il ponte unisce, il ponte vive e fa vivere, il ponte ti emoziona. Il ponte è un ponte, e noi siamo a un tempo ponte e acqua, l'immagine della vita che si specchia nella vita". La vita è un ponte, o i ponti aiutano a vivere meglio?
Saldamente al timone della Regione Abruzzo da più di un anno, il politico democratico post-democristiano non dimentica le sue antiche passioni: i ponti e la città di Pescara, che guidò, amatissimo, dal 2003 al 2008, prima di essere disarcionato da un'inchiesta giudiziaria che gli costò anni di purgatorio (ma poi fu prosciolto con formula piena). "Il ponte del cielo è un sogno" fantasticava D'Alfonso nel tempo del suo incubo. E ora che il cielo è tornato per lui sereno, questo sogno vuole trasformarlo in celeste realtà. Velocemente, ché i sogni son cosa fragile.
È in arrivo infatti a Pescara il "Ponte del Cielo". Un ponte (o meglio, un pontile) pedonale, a forma di cerchio, dirimpetto alla piazza centrale cittadina, che sarà realizzato con fondi europei a disposizione della Regione. Un milione di euro tondi tondi il suo costo. Un "segno urbanistico-trascendente del suo passaggio terrestre", così come fu per il precedente "Ponte del Mare" (di cui parleremo più avanti), osservano quelle malelingue che il Governatore chiama "pozzangheristi". Un ponte che però sembra ricalcato in maniera impressionante sul modello dell'Infinite Bridge, il pontile circolare della città di Aarhus, in Danimarca.
E se il pescarese ponte ancora non esiste, materialmente parlando, quello danese è già stato inaugurato mesi fa ed è pressoché identico al progetto in corso nella città adriatica. Realizzato dallo studio di architettura danese Gjøde & Povisgaard Arkitekter in occasione della Biennale internazionale “Sculpture by the sea”, citatissimo dalle riviste globali di architettura, l'Infinite Bridge è un pontile circolare di sessanta metri di diametro, tutto in legno, con pilastri di acciaio, sospeso di quasi due metri sull'acqua, tra la riva e il mare.
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E il Ponte del Cielo di Pescara? Un po' più grande, ma le differenze finiscono lì. Il diametro è di 24 centimetri in esubero rispetto al manufatto danese, e aumenta pure il numero dei pali d'acciaio di sostegno. Anche qui si camminerà in tondo, e potenzialmente all'infinito, sopra assi di legno elevate di due metri rispetto al livello dell'acqua. "Il ponte è stato concepito per rafforzare il rapporto fra la baia e la città di Aarhus, ma anche tra la memoria del luogo e il suo presente, valorizzando il sito di un molo costruito nella Seconda Guerra Mondiale, e ormai dimenticato" hanno spiegato i progettisti danesi qualche tempo or sono. "Il Ponte del Cielo esisteva già a Pescara nello stesso identico luogo nel 1934. L'idea dunque non è nuova; ripensarlo e riprogettarlo per il futuro è nuovo" dicono, oggi, i progettisti pescaresi.
In verità il "vecchio ponte" di Pescara di "circolare" non aveva nulla: era un normalissimo pontile oblungo. E anche il "Nuovo Ponte del Cielo" nasce sotto ben altre e rettilinee sembianze nella mente del suo ideatore massimo, Luciano D'Alfonso. Che nel 2011 dichiarava: "Il "Ponte del Cielo” è una passeggiata sull’acqua che porta in un luogo aperto all’orizzonte del mare. Il suo disegno è semplice: una serie di pali conficcati nella sabbia che reggono una pensilina che arriva oltre la barriera degli scogli. Ha la forma e l’estetica di una “costruzione naturale”, come un trabocco più esteso e proteso sull’acqua".
Poi, tutt'a un tratto, è arrivata la svolta-cerchio. Diavoli di danesi: sono stati loro a mutuare e concretizzare per primi un'idea già presente nell'anticamera del cervello degli architetti dalfonsiani? "Da quello che so, il Ponte del Cielo si ispira a un’opera analoga costruita in Danimarca - ha affermato l'architetto Tommaso Di Biase, già assessore comunale all'Urbanistica quando D'Alfonso era sindaco di Pescara, e ancora oggi tra i suoi sostenitori e collaboratori -. Penso che non ci sia nulla di male a prendere esempio da un’infrastruttura realizzata altrove, specie se fatta bene, e riportarla nella nostra città".
L'architetto Gianluigi D’Angelo ha invece firmato una segnalazione-esposto per chiedere "l'apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dell'ingegner Giuliano Rossi, dirigente del Comune e responsabile del gruppo di lavoro che ha curato “il Ponte del Cielo”. Tale richiesta scaturisce dal fatto che questo progetto lede il diritto d'autore e di proprietà intellettuale. Non si tratta infatti di una citazione, ma di una vera e propria copia del progetto “Infinite Bridge” realizzato ad Aarhus nel 2015". Con una sola differenza: "la presenza della ringhiera, dettata da aspetti normativi regolati dalle norme di Paesi diversi; e quindi non è possibile considerare questa differenza come una scelta progettuale, ma come un semplice adattamento normativo".
Le polemiche riguardano anche l'effettiva utilità e gli imprevedibili costi di manutenzione del Ponte, che ricadranno per intero sul Comune di Pescara, in dissesto finanziario certificato: nella città di Flaiano oltreché D'Annunzio, le casse sono in profondo rosso, le tasse locali sono state innalzate al massimo.
E c'è un precedente specifico. Ponte scaccia ponte. Nel 2009 venne inaugurato a Pescara il "Ponte del Mare", un ponte strallato ciclo-pedonale lungo 466 metri che collega la riviera sud con quella nord del fiume. Lo volle e lo difese strenuamente, quand'era primo cittadino, Luciano D'Alfonso. Oggi quest'opera è diventata uno dei simboli di una città che ne è priva. Su TripAdvisor, ad esempio, figura al primo posto tra le cose da fare a Pescara. Solo che il "Ponte del Mare" somiglia in modo disarmante alla "Passerelle Mimram", aperta cinque anni prima, nel 2004, dentro il parco pubblico transfrontaliero "Jardin des deux rives" di Strasburgo.
Un bellissimo ponte ciclopedonale sul Reno che unisce la Francia alla Germania, le città di Strasburgo e Kehl. Progettato dall'architetto parigino Marc Mimram, incarna il desiderio di fratellanza di due popoli in passato divisi dalle guerre. Durante un vertice Nato del 2009, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy si incontrarono, idealmente, a metà del Ponte Mimram-Jardin des deux rives. Non sapendo che di lì a pochi mesi, a mille chilometri di distanza, sarebbe sorto, in esclusiva mondiale, il "Ponte del Mare".