John Bolton, avvocato, diplomatico e campione del conservatorismo più intransigente, vuole guerra aperta e totale contro l’Is
Il più falco dei falchi ha puntato il dito contro il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. ?John Bolton, che è avvocato, diplomatico e campione ?del conservatorismo più intransigente, dice che la richiesta di Obama di «portare i terroristi davanti alla giustizia» non è la giusta risposta a un attacco come quello avvenuto a Parigi. Bolton vuole guerra aperta e totale contro l’Is.
«Non è materia per la legge penale, come nomi importanti della politica e dell’accademia americana, incluso il Presidente, insistono a dire anche dopo l’attacco alle Torri Gemelle del 9 settembre 2011», è il parere che Bolton ha espresso a caldo per il sito internet di Fox News: «Questa è una guerra, come il presidente francese François Hollande l’ha apertamente definita, e non un leggero incremento dei delitti minori all’interno di una società civile e ordinata. E allora la risposta ?è solo distruggere ?la fonte della minaccia, non mandarla a processo, non fare azione di contenimento, ?non sperare che un giorno, finalmente, l’avremo distrutta. Un giorno, finalmente è troppo lontano nel tempo».
John Bolton, che solo qualche mese fa aveva lasciato intendere di potersi candidare alle primarie del Partito Repubblicano per le elezioni presidenziali, sostiene che l’Is ha dimostrato di essere forte ?e di agire seguendo una strategia che non si improvvisa, visto che è riuscito a mettere insieme nel giro di poche settimane l’attentato ?a un aereo civile russo in partenza dall’Egitto e la strage di Parigi. «Questi islamici radicali sanno chi sono ?i loro nemici da almeno un decennio», sostiene Bolton: «Siamo noi - e soprattutto qualcuno dei nostri leader - che abbiamo dimenticato di essere sotto attacco. L’azione di Parigi contro civili innocenti è stata ben pianificata e, purtroppo, ben eseguita: ed era motivata dal punto di vista ideologico e con gli obiettivi scelti in modo deliberato e con attenzione. Lo stesso presidente Hollande che si trovava allo stadio dove si sono fatti esplodere uomini bomba, avrebbe potuto essere uno degli obiettivi».
Il falco conservatore si sofferma anche sulle cause che hanno portato il gruppo terroristico a impadronirsi di parti del territorio della Siria e dell’Iraq. «Gli Stati Uniti hanno perso forza in tutto il Medio Oriente», e la Libia e il caos ?che c’è oggi sono l’esempio perfetto di questa situazione». A cui bisogna porre rimedio subito. Come? «Con il coordinamento di tutte le intelligence occidentali per prevenire altri attacchi», come quello di Parigi o dell’aereo russo. E dal punto di vista politico si deve stringere una alleanza tra i paesi occidentali più esposti alla minaccia dell’Is e alcuni paesi arabi che sono consci del pericolo che il radicalismo islamico rappresenta anche per loro. John Bolton esclude che la risposta alle atrocità dell’Is possa arrivare da un organismo come le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza. Lui che è stato per oltre un anno l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Onu durante il secondo mandato di George W. Bush ritiene che questo organismo non muoverà un dito contro l’Is. «Non è stato in grado neanche di dare una definizione comunemente accettata ?di che cosa è il terrorismo oggi», è la sua spiegazione.
John Bolton non perde di vista le questioni interne degli Stati Uniti e il fatto che manca meno di un anno al voto per eleggere il 45esimo presidente degli Stati Uniti. «Uno degli obblighi che abbiamo come cittadini, ?è di trasformare le elezioni ?del 2016 in un voto sulla sicurezza nazionale. Se non ?lo facciamo noi, saranno i ?nostri avversari a farlo».