L'intervento dell'Inps conferma quanto l'Espresso aveva anticipato con le simulazioni delle "buste arancioni": i trentenni di oggi avranno briciole da anziani. E dovranno lavorare almeno fino a 70 anni. Mentre i tre quarti dei pensionati ora hanno smesso di andare in ufficio prima dei 60
Ha acceso ancora una volta il faro sull'inadeguatezza delle pensioni di domani dei giovani di oggi, il presidente dell'Inps Tito Boeri. Dalle proiezioni dell'istituto, basate su un campione di 5 mila lavoratori nati nel 1980, è emerso un quadro sconfortante:
i trentacinquenni intascheranno un quarto in meno rispetto ai pensionati nati nel 1945, pur dovendo sgobbare fino ai 70 anni, cioè molto di più in confronto a chi si è già ritirato dal lavoro.
Attualmente, il 75 per cento dei titolari delle pensioni dirette del Fondo lavoratori dipendenti sono erogate a persone che hanno
smesso di lavorare prima di compiere 60 anni. L'Inps prevede che meno del 40 per cento dei nati nel 1980 riuscirà a percepire la pensione prima di raggiungere i 70 anni, l'età necessaria per ottenere la pensione di vecchiaia.
I 35enni di oggi, nel 2050, prenderanno 1.600 euro lordi scarsi di pensione, oltre cento euro in meno di quanto prendono i nati del 1945.
Ovviamente, tra 35 anni quei 1.600 euro scarsi varrano molto meno di adesso.[[ge:rep-locali:espresso:285153544]]Boeri, con le sue scomode verità, è sempre più
una spina nel fianco del governo e del premier Matteo Renzi, che lo ha voluto un anno fa alla guida dell'Inps. Il Boeri economista sostiene che tutti avrebbero dovuto poter capire, suppergiù, l'entità della propria pensione. In Nord Europa succede da anni, con la famosa
“busta arancione”.[[ge:rep-locali:espresso:286041798]]Da capo dell'Inps, non ha cambiato idea. E ha lanciato la sua rivoluzione arancione e da maggio, sul sito dell'istituto, ognuno può calcolare il peso del proprio assegno pensionistico. Appena questo servizio è diventato operativo, col consenso degli interessati,
“l'Espresso” ha effettuato parecchie simulazioni. Con risultati in linea con l'allarme che Boeri ha lanciato ieri.