Se un fotografo giapponese incrocia una rock star androgina e glam è amore artistico a prima vista. È successo più di quarant’anni fa quando Masayoshi Sukita capitò a un concerto londinese di David Bowie: «Vedere Bowie in scena mi aprì gli occhi sul suo genio creativo. Bowie era potente e differente da tutti gli altri rocker, aveva qualcosa di speciale e dovevo fotografarlo».
Si avvia così una collaborazione artistica e una profonda relazione umana dalla quale sono nate splendide immagini. Come il ritratto in bianco e nero del 1977 che divenne la celebre copertina dell’album “Heroes”.
Ecco perché l’archivio di Sukita è uno dei più importanti che riguardano l’artista inglese. Lo si può constatare alla mostra “David Bowie Heroes: fotografie di Masayoshi Sukita” che dal 5 marzo al 10 maggio alla Galleria Ono Arte Contemporanea di Bologna espone una quarantina di suoi scatti.
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L’apertura avviene esattamente due giorni dopo l’inaugurazione di un’altra esposizione, “David Bowie is”, alla Philharmonie de Paris. Che scodella oltre 300 oggetti: manoscritti di canzoni, costumi originali, fotografie (di Sukita ovviamente), film, videoclip, strumenti musicali, copertine di album.
La mostra, nata al Victoria and Albert Museum di Londra (e a suo tempo raccontata dall’“Espresso”), a Parigi sarà condita da “Wiebo”, omaggio alla multiforme icona rock officiato dal coreografo Philippe Decouflé alla Philharmonie. Una celebrazione intorno ai titoli più famosi di Bowie ad opera di musicisti, diretti da Pierre Le Bourgeois, insieme a cantanti, artisti di circo e danzatori di Decouflé.
Cultura21.06.2013
Istantanee di piombo