Insieme a lui sono stati indagati anche gli alti dirigenti del ministero dei Beni Culturali che componevano la Commissione di indirizzo a cui era affidato il compito di approvare gli interventi proposti da Fiori, allora presieduta dal capo di gabinetto Salvatore Nastasi. La procedura della Corte è ora aperta quindi anche per l'ex Soprintendente Giuseppe Proietti, attuale presidente di Ales, Stefano De Caro, la funzionaria Jeannette Papadopoulos, il professor Raffaele Tamiozzo, il dirigente della Regione Campania Maria Grazia Falciatore, l'architetto Roberto Cecchi, il ricercatore universitario Bruno De Maria e l'architetto Maria Pezzullo, funzionario della Regione Campania.
La nomina di Fiori, voluta dall'allora ministro Sandro Bondi, era arrivata il 4 luglio del 2008, come scatto d'autorità di fronte allo scandalo dei continui crolli fra le mura e le domus in rovina della meravigliosa città dissepolta. Il format "dell'emergenza", che divampò sotto il governo di Silvio Berlusconi, con la spinta dell'allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, fu applicato allora anche a Pompei. E l'emergenza, dichiarata il 4 luglio del 2008, fu prorogata fino al 30 giugno 2010. Nell'arco di queste due anni, attraverso ordinanze, vennero usate negli scavi risorse per 79 milioni di euro.
Avrebbero dovuto essere usate, tutte, per la messa in sicurezza e la salvaguardia dei monumenti. Ma non fu così. Come ha denunciato per primo "l'Espresso" in un'inchiesta di Emiliano Fittipaldi e Claudio Pappaianni, la gestione di Fiori fece lievitare soprattutto gli investimenti in promozione e in eventi. L'attività investigativa della Guardia di Finanza per la Corte dei Conti si è concentrata ora sulle forniture extra legate ai lavori realizzati nel 2010 per il restauro e gli allestimenti scenici del Teatro Grande di Pompei, affidati alla Caccavo srl, ora sotto processo alla procura di Torrre Annunziata con Fiori per reati che vanno dall'abuso d’ufficio, alla frode, fino alla truffa. Il rinnovamento del teatro infatti, affidato per 449mila euro, arrivò a costare alla fine più di quattro milioni di euro.

«L'affidamento delle forniture per gli allestimenti teatrali, tra l’altro effettuato senza gara, è avvenuto in violazione delle disposizioni emergenziali che imponevano al Commissario l'attuazione delle misure dirette alla messa in sicurezza dell'area archeologica», scrive la Guardia di Finanza nel comunicato che accompagna la notizia del sequestro da sei milioni di euro: «tra cui la realizzazione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria occorrenti per impedire il degrado».
«La Procura della Corte dei Conti ha anche evidenziato l’abnormità dell’intera gestione extra ordinem», continua il comunicato: «Peraltro già contestata con la deliberazione n. 16/2010/P della Sezione centrale di controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti - sottolineando la sostanziale illegittimità del ricorso al potere di ordinanza con conseguenti procedure in deroga alle leggi, non ricorrendo i presupposti per la dichiarazione dello stato di emergenza».
E ora Marcello Fiori, l'uomo a cui Silvio Berlusconi ha affidato il rinnovamento del partito, attraverso il coordinamento nazionale dei club "Forza Silvio", dovrà pagare. Quasi sei milioni di euro.