Bankitalia accusa: al volto di Rai Uno un milione di euro dall'istituto del Nordest perché non vendesse le sue azioni. Ma lui si difende: “Tutto regolare”
Un muro di soldi costruito da Veneto Banca per arginare la grande fuga dei soci. Dalle carte dell’ispezione della Banca d’Italia emergono le cifre dei finanziamenti accordati ai propri azionisti dalla grande Popolare del Nordest.
Come rivela “l'Espresso” nel numero in edicola e già online su Espresso+, sono 27 le operazioni nel mirino, per un totale di 157 milioni di prestiti. I documenti chiamano in causa anche Bruno Vespa: nelle carte della Vigilanza si legge che «a fronte dell’intenzione del cliente (cioè Vespa, ndr) di realizzare parzialmente 2 milioni di euro di investimento in azioni Veneto Banca» è stato concesso «un finanziamento di un milione di euro nella forma di scoperto di conto corrente».
Il conduttore di “Porta a Porta”, proprietario, all’epoca dei fatti, di titoli Veneto Banca per circa 6 milioni, avrebbe quindi ricevuto un prestito a condizione di non vendere il suo pacchetto azionario.
L’istituto di Montebelluna ha rispedito al mittente gran parte dei rilievi formulati dagli ispettori. L’indagine interna ha fatto emergere «una situazione significativamente diversa», si legge nel dossier difensivo, escludendo anche un trattamento di favore a Vespa. Che, dal suo canto, dichiara a “l'Espresso” di essere «molto sorpreso di quanto scritto nei documenti della Vigilanza» e nega di aver mai ricevuto prestiti per comprare azioni di Veneto Banca. Gli scoperti segnalati dagli ispettori - afferma il giornalista - sarebbero in realtà serviti ad acquistare «titoli quotati alla Borsa di Milano».