Si tiene ancora dentro la ragazzina di Barbados con sogni più grandi di lei. Ma oggi è una delle protagoniste dello showbitz. Capace come nessuno di far parlare di sé. «Siamo tutte molto più forti di quanto sappiamo. Tutto ci è possibile. Abbiamo fatto molta strada ma possiamo ancora andare più lontano»

Sangue del Caribe, quando è in video, o sul palco, non si riesce a distogliere lo sguardo da lei, dai suoi occhi verdi, dalle sue labbra. A 17 anni è esplosa con il single “Pon de Replay”, ma per i suoi tanti critici è sempre stata più che altro una creazione di Jay-Z, che l’aveva fatta venire dalle Barbados - dove era nata e cresciuta - e aveva deciso di produrla mettendole a disposizione i migliori scenografi e tecnici del suono. Ma lei non è stata meno abile: grazie a un sapiente uso dei social media (48 milioni di seguaci su Twitter, 80 milioni di amici su Facebook) ha saputo fondere la vita privata con quella pubblica, e ha creato una figura su cui ognuno può proiettare ciò che vuole.

Rihanna è un’artista o uno spettacolare fenomeno di marketing? Una manipolatrice che divora gli uomini o una ragazza innocente e indifesa? La sua storia con Chris Brown, il rapper che nel 2009 la lasciò su un marciapiede col volto tumefatto dalle percosse e col quale poi lei è tornata assieme (ora la relazione sembra finita per sempre) che cosa ci racconta di lei? È una abituata a perdonare chi la tratta con violenza (suo padre del resto metteva le mani addosso alla madre) o semplicemente vittima di incontri sbagliati? Ognuno  può leggere tante cose, in Robyn Rihanna Ferty. Tutto, e il contrario di tutto.
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Anche il suo stile colpisce sempre: qualunque cosa indossi - o non indossi in effetti, perché nei suoi look c’è sempre abbondanza di pelle nuda e reti e corsetti - fa discutere. In una delle tante copertine dedicate a lei, “Vogue” l’ha definito il “Rihanna effect”.  Non a caso Dior, maison che è il simbolo stesso di eleganza classica e di tradizione, ne ha fatto la sua prima testimonial di colore.

 Ma se è vero che ha avuto in dono occhi magnetici e un corpo con tutte le curve al posto giusto, a renderla così carismatica sono in primo luogo la sicurezza in se stessa e la sua determinazione. È una donna dei nostri tempi, Rihanna, che ha il controllo della sua vita ed è stata capace di fare di sé un brand ormai più popolare di Beyoncé, di Taylor Swift, di Lady Gaga e di Kate Perry.  E ha venduto più dischi di Michael Jackson, oltre 150 milioni. “L’Espresso” l’ha intervistata.

Rihanna, tutti sembrano leggere in lei cose diverse, spesso contraddittorie.  Se dovesse definirsi da sé quali aggettivi userebbe?
«Io penso di essere una donna coraggiosa, senza paura, molto determinata. Ma, come sempre accade con le donne, ci sono due lati di me: sono forte ma anche vulnerabile. Posso essere intensa, perfino feroce nella gestione della mia carriera, ma amo vedere i palloncini volare in cielo. Tutte quelle cose che risvegliano la bambina che c’è ancora dentro di me».

Una bambina di Barbados. Quanto hanno giocato le origini su ciò che è oggi?
«Tantissimo. Scuola, casa, cultura: le mie radici sono lì. Io sono rimasta molto attaccata alla mia famiglia e ai miei amici. Ci torno sempre, non dimentico mai da dove vengo».

Per diventare la più grande pop star del momento, quell’isola però l’ha dovuta lasciare.
«Spesso mi volto indietro e ancora adesso non capisco come una bambina cresciuta in una piccola isola possa avere nutrito dei sogni così grandi. Io guardavo molti video, leggevo tante riviste. Ero ossessionata da Mariah Carey, Céline Dion, Whitney Houston, Destiny’s Child. Io volevo cantare. Volevo fare musica che sarebbe stata ascoltata in tutto il mondo. Ed ero convinta che ci sarei riuscita».

 Una ragazza molto ambiziosa.  E ribelle...
«Quello che mi ha sempre sostenuto è stato il desiderio di essere creativa, nella musica come che nel cinema o nel disegnare vestiti. Poi, col passare degli anni, alla mia ambizione si è unito lo spirito di ribellione. Mi ribello con la mia musica, con i miei vestiti, i miei tatuaggi, i miei capelli. Mentre sono molto conservatrice nella mia vita sentimentale. Che è praticamente inesistente: troppo difficile trovare qualcuno pronto ad accettare impegni e orari come i miei. Un uomo abbastanza uomo da non scappare via! Quando vedo che le cose prendono una certa piega, sono io a chiudermi. Ho  avuto i miei momenti bui. Ho vissuto molti dolori. E ho paura che succeda ancora».

Sta dicendo che ci si può sentire molto soli quando si è al top.
«Non mi piace l’idea di essere al top: dall’alto si può solo cadere. Io amo girare il mondo e fare nuove esperienze, ma a volte ho solo voglia di stare a casa mia sino a notte fonda a guardare cartoni animati. Sì, lo capisco, può sembrare una vera noia, ma quando la tua vita è fatta di tournée che durano mesi e mesi a un certo punto arrivano la sera e il silenzio. E un grande senso di solitudine. Allora penso alla mia famiglia. Penso alla mia mamma e alla nonna, mi hanno tirato su loro due. Donne molto forti, sono stata fortunata a essere stata educata da loro».

 Molte ragazze e donne oggi la vedono come un modello da imitare.
«Io non ho chiesto a nessuno di essere messa su un piedistallo. Mi ci hanno messo, ma io voglio solo essere me stessa. Detto questo, penso che le donne siano molto più forti di quanto sappiano esse stesse, e che la potenza esibita dalle ragazze della  mia generazione sia di grande ispirazione per tutte. Tutto ci è possibile. Abbiamo fatto molta strada ma possiamo ancora andare più lontano. E più rispettiamo noi stesse, più gli uomini ci rispetteranno».

 Come si riflette questa forza sulla moda?
«Dobbiamo usare di più la nostra fantasia. Credo che quando ci vestiamo noi donne non dobbiamo essere perfette, ma sentirci libere».

 Si sente una donna Dior?
«Dior è classe ed eleganza che trascendono il tempo e l’essere stata voluta da loro mi ha fatto sentire speciale».

Ha un suo segreto di bellezza?
«Sì: mangio pasta ai 4 formaggi, detesto le verdure e non ricordo più l’ultima volta che sono andata in palestra!».