Renzi sottolinea l'urgenza di dare l'Alta velocità al Sud. Ma la situazione della Calabria è ai limiti del disastro. Tra ponti mai ricostruiti, superstrade rosicchiate dal mare e code chilometriche su percorsi a rischio viabilità

L'alta velocità al Sud. Questo l'annuncio di Matteo Renzi pochi giorni fa, chiaro e deciso. «E' fondamentale portare l'alta velocità in Calabria: non può fermarsi a Salerno. Era altro che si fermava a Eboli» aveva detto alla direzione Pd. Salvo essere rettificato l'indomani dal ministro Del Rio con la precisazione non marginale per cui per il momento è solo in programma un progetto per la “velocizzazione” della tratta meridionale della ferrovia, da Battipaglia a scendere. Che non è esattamente “l’alta velocità” che collega Roma a Milano. Ma a parte la differenza fra i proclami del presidente del Consiglio e le informazioni date il giorni dopo dal suo fidato ministro, la situazione stradale della Calabria attualmente si può definire solo con una parola: disastro.

In macchina, ha del miracoloso il semplice spostamento da un punto all’altro della regione. Ci sono ponti crollati da oltre 9 anni e mai ricostruiti, superstrade rosicchiate dal mare che rischiano di crollare da un momento all’altro e che nonostante tutto sono costrette a sopportare il peso dei mezzi pesanti deviati dal tratto calabrese dell’A3.

E proprio sull'autostrada le cose vanno non vanno meglio. Tutto in un fazzoletto di territorio a venti chilometri dall’aeroporto internazionale di Lamezia Terme. La statale 18 tirrenica, nel periodo in cui è stato chiusa l’autostrada per il crollo del viadotto vicino Castrovillari (che ha causato la morte di un operaio), ha dovuto sopportare tutto il traffico “pesante” dirottato dall’autostrada.

E ad Amantea la superstrada tirrenica si presenta ancora in condizioni disperate. Da oltre quattro anni, la Ss 18, in quel punto, è in condizioni critiche a causa dell’erosione costiera. E negli ultimi mesi, l’accentuarsi del fenomeno erosivo, ha indotto l'Anas a chiudere la corsia lato mare, inserendo sulla statale un senso unico alternato. Il che nel mese di luglio appena trascorso, con  l’arrivo dei turisti e l’A3 fuori servizio, ha causato continue code chilometriche, sull’unica arteria percorribile sull’interno versante tirrenico della regione.
Un'immagine del ponte Savuto

Non si sa bene come la sede stradale, davvero al limite della stabilità, abbia retto. Se malauguratamente la carreggiata così rosicchiata avesse ceduto, la Calabria sarebbe stata letteralmente tagliata in due. Da tre anni la Regione ha stanziato i fondi per la messa in sicurezza del tracciato. Ma per motivi burocratici tutto è ancora fermo e non ci son notizie certe per l’inizio dei lavori: potrebbero passare ancora anni. In quell’area, oggi così a rischio viabilità, esisteva un unico percorso alternativo. Peccato che nel lontano marzo del 2006, sul precedente tracciato della Ss 18, poi declassato a strada provinciale, sia crollato il vecchio ponte sul fiume Savuto. Sono passati quasi dieci anni dall’evento ma è ancora tutto fermo. Altro che alta velocità.