La gara finisce nel caos, tra aste contestate e ricorsi. Alla fine l'Anticorruzione di Cantone blocca tutto e a rimetterci sono i lavoratori

Fare buon viso a cattivo gioco. Non possono fare altro i cento steward e hostess di Palazzo Italia, vetrina del Paese di fronte ai visitatori di Expo. Gestiscono eventi e convegni, ma prendono lo stipendio (dai 900 ai 1.100 euro) a singhiozzo. Perché? Per un appalto mal gestito, tra aziende che spariscono e riappaiono e manager dal passato controverso.

Lo scorso anno Expo 2015 lancia un bando da 2 milioni per gestire gli eventi pre-apertura del padiglione Italia. Un ruolo cruciale per l'immagine nazionale, quindi si cerca una società con standard altissimi. Eppure la vincitrice deve rinunciare perché non ha i requisiti minimi di legalità. Si fa avanti il secondo classificato, una Rti, cioè un gruppo di società legate in una rete temporanea di imprese, capitanate da Jec (J Events & Communication) una srl creata pochi mesi prima, a marzo 2014, con un capitale sociale di soli 10 mila euro.

Appena nata, Jec aveva rilevato la Events & Communications, una società che faceva parte della Jumbo Grandi Eventi in fallimento, gestita dall'imprenditrice Rossella Bussetti. Un nome, quest'ultimo, molto conosciuto nell'ambiente sportivo per via dei molti appalti vinti i passato. A cominciare da quelli legati alle Olimpiadi invernali di Torino del 2006. Nel curriculum di Rossella Bussetti c'è anche una serie di incidenti giudiziari, da ultimo un rinvio a giudizio nell'inchiesta Grandi Eventi, che ha fatto luce su un sistema illecito per controllare le gare bandite da Regione Sicilia. Nonostante gli infortuni (legali) l'imprenditrice ha continuato a gareggiare: infatti, alcune fonti raccontano che proprio lei, la Bussetti, ha partecipato alle prime riunioni organizzative per la gestione di Palazzo Italia.

A parte il legame con la “signora grandi eventi”, Jec ha anche un'anima britannica. Dalla visura camerale di Jec si apprende che gli utili della società devono essere versati al 90 per cento in favore della società inglese Kontacto Limited by Shares, amministrata da Giovanbattista Giorgilli, esponente di una famiglia di imprenditori di Fiuggi iscritta alla Compagnia delle Opere del Lazio. Lo stesso Giorgilli è a capo della Euphon Communication, un'altra delle quattro società che fanno parte della Rti. Le altre sono l'agenzia milanese Twister Communications e la Martini6.

A giugno, a più di un mese dall'apertura dell'Esposizione Universale, Jec viene nuovamente scelta per la gestione degli eventi di Palazzo Italia, sostituendo Manpower che aveva tappato il buco nel primo mese di Expo, a maggio. Tuttavia Jec non ha mai pagato i dipendenti per i lavori svolti nei mesi precedenti e neppure il curatore del fallimento di Jumbo Grandi Eventi. A questo punto si fa avanti un'altra società, The Key, una srl nata il 18 maggio 2015, che a sua volta rileva il ramo Events & Communications della Jumbo Grandi Eventi e prende il posto di Jec. Il presidente di The Key è Andrea Benedino, esponente del Pd piemontese. Che ci fa un dem torinese, che ha fatto parte anche dell'assemblea nazionale del Pd, in un simile ginepraio? «Sono anche io un ex collaboratore di Jec con 4 stipendi arretrati e speravo di poter risolvere la vicenda», racconta lui a l'Espresso.

Invece succede che a luglio l'Anac, Autorità Nazionale Anticorruzione, blocca tutto e i lavori vengono affidati a una terza società: «A lavorare sono sempre le stesse hostess e gli stessi steward che passano da un datore di lavoro all'altro e non vengono pagati. Hanno in arretrato 5 mesi, 300 mila euro circa», racconta il sindacalista della Cgil Antonio Lareno, che richiede l'intervento della Prefettura per far luce sulla vicenda e accertare la gestione dei processi di selezione coordinati da Arca, centrale di acquisti della Regione Lombardia.

Ora le società di Rti si sono impegnate a pagare i dipendenti, con la promessa di avere in cambio da Expo i 550 mila euro per i lavori effettuati. L'alternativa è che Expo si terrà i 600 mila euro di fideiussioni che le quattro società hanno versato per aggiudicarsi la commessa e pagherà direttamente i cento lavoratori. Sull'intricata vicenda pende anche un ricorso al Tar che The Key ha presentato contro Expo e Anac, chiedendo un risarcimento danni di 2 milioni di euro. Mentre l'Esposizione Universale si avvia alla conclusione, la storia dell'appalto di Palazzo Italia è tutt'altro che risolta. Per fortuna gli steward e le hostess continuano ad accogliere le centinaia di visitatori con un sorriso.

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