La Repubblica islamica si dice pronta ad attaccare presidi Usa. Minacciate anche le basi militari in Medio Oriente di Francia e Regno Unito "se contribuiranno a sventare gli attacchi contro Israele". L'ambasciatore iraniano all'Onu: "Usa complici dei crimini del regime"

Israele-Iran, l'aeuronautica di Tel Aviv si sta "preparando a un'ulteriore escalation improvvisa"

Nelle attuali circostanze "non ha senso" che l'Iran partecipi al sesto round di colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti, che erano previsti per domani - 15 giugno - in Oman, fa sapere il portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghaei. "È evidente che in queste circostanze, fino a quando non cessa l'aggressione del regime sionista contro la nazione iraniana, non avrebbe senso partecipare a un dialogo con una parte che è il più grande sostegno e complice dell'aggressore". Teheran stava provando a seguire la via diplomatica sul programma per implementare il nucleare, ma l'ultimo annuncio - arrivato giovedì, 12 giugno - di voler creare un nuovo impianto per l'arricchimento dell'uranio, avrebbe fatto preoccupare Israele, poco fiducioso nelle buone intenzioni del Paese vicino (come dimostra l'immediata risposta del ministro degli Esteri, Israel Katz, secondo cui "l'Iran è impegnato in un programma di armamento nucleare segreto e sistematico"). Motivo per il quale il governo di Benjamin Netanyahu avrebbe deciso di scagliarsi con 200 aerei militari contro la Repubblica islamica, nella notte tra il 12 e il 13 giugno, provocando 78 morti e 329 feriti.

 

La risposta degli Ayatollah non si è fatta attendere: nelle primissime ore del 14 giugno "è iniziata una nuova ondata di attacchi missilistici iraniani sul regime sionista, da Teheran e Kermanshah", nell'ovest dell'Iran, secondo quanto riportato dalla televisione locale. Le sirene d'allarme sono scattate anche a Tel Aviv, uno degli obiettivi dei missili balistici lanciati dalla Repubblica islamica su tutta la regione. E il conflitto non sembra destinato a esaursi in breve tempo: l'aeronautica militare israeliana (Iaf) ha dichiarato che la sua operazione contro l'Iran sta "procedendo secondo i piani" e si sta "preparando a un'ulteriore escalation improvvisa". L'Iaf ha poi affermato di essere impegnata a contrastare i tentativi dell'Iran di lanciare ulteriori ondate di missili balistici su Israele, con aerei da combattimento che sorvolano i siti di lancio. "Con il passare dei giorni, la capacità dell'Iran di lanciare missili contro Israele diminuirà gradualmente", ha affermato, nonostante le forze armate iraniane abbiano a loro volta dichiarato che nei prossimi attacchi utilizzeranno 2.000 missili, numero 20 volte superiore rispetto a quelli lanciati finora. L'esercito israeliano stima che i bombardamenti dall'Iran riprenderanno in serata. 

L'appoggio Usa a Israele aumenta il clima di tensione

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ieri - 13 giugno - aveva precisato, parlando con il suo omologo britannico, David Lammy, che il sostegno "ingiustificato e provocatorio" degli Stati europei a Israele potrebbe avere delle conseguenze sulla pace e la sicurezza regionale e internazionale: "L'Iran non accetterà le richieste di moderazione contro l'aggressione israeliana". Un supporto, quello della Casa Bianca a Tel Aviv, che è stato mal digerito dalla leadership iraniana: "Secondo alti comandanti militari della Repubblica islamica, la guerra si estenderà nei prossimi giorni e includerà anche basi statunitensi nella regione. Gli aggressori saranno l'obiettivo di una risposta iraniana decisa e su vasta scala", ha riferito l'agenzia di stampa locale Fars, citando una "fonte informata" in Iran. Minaccia che non ha risparmiato altri Paesi occidentali alleati di Tel Aviv: l'Iran avrebbe avvertito il Regno Unito e la Francia dell'intenzione di attaccare le loro basi militari in Medio Oriente "se contribuiranno a sventare i suoi attacchi contro Israele". 

 

Gli attacchi israeliani contro l'Iran sono un'indicazione di "terrorismo di stato" e una "dichiarazione di guerra", ha dichiarato l'ambasciatore iraniano all'Onu, Saeed Iravani, aggiungendo: "Non vi è alcun dubbio sulla complicità degli Stati Uniti negli attacchi israeliani, poiché sono stati condotti con la cooperazione politica e logistica di Washington. Non dimenticheremo che persone sono state uccise in Iran in attacchi israeliani, con armi americane", ha aggiunto. "I Paesi che sostengono i crimini del regime israeliano, in particolare gli Stati Uniti, hanno la piena responsabilità delle conseguenze della loro complicità in questi crimini attraverso l'assistenza fornita al regime", ha aggiunto, citato dall'Irna, durante una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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