C’è una legge nazionale che prevede il limite di due mandati per i presidenti di Regione, ma la Lega da tempo insiste sulla necessità di permettere a Luca Zaia di ricandidarsi

Maggioranza e opposizioni discutono sul terzo mandato: perché ti riguarda? - Il video

Ci sono sei Regioni che andranno al voto (Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta, Veneto) e il terzo mandato potrebbe cambiare le regole del gioco. C’è una legge nazionale che prevede il limite di due mandati per i presidenti di Regione, ma la Lega da tempo insiste sulla necessità di permettere a Luca Zaia, che guida la prima regione al voto in autunno, di ricandidarsi. Il governatore leghista ha avuto record di preferenze (76,7%) alle Regionali del 2020 ed è considerato da molti il competitor di Matteo Salvini nel Carroccio. La sua candidatura permetterebbe probabilmente alla Lega di mantenere la guida del Veneto, superando anche le ambizioni di Fratelli d’Italia in quella Regione. Unica voce dissonante nel partito di Salvini è stata quella del suo vice segretario, il generale Vannacci secondo cui “non si cambiano le regole alla vigilia delle elezioni”.

 

C’è poi un altro presidente di regione, nel campo del centrosinistra, a cui il terzo mandato cambierebbe il destino politico: Vincenzo De Luca (Pd). Nonostante le indicazioni del suo partito (Elly Schlein è da sempre contraria alla sua ricandidatura e lavora con i 5 stelle per un nome comune), De Luca a novembre aveva fatto fatto una legge regionale per permettere a se stesso di fare il terzo mandato. Ma la Consulta l’aveva dichiarata incostituzionale.

 

Se invece le regole dovessero essere modificate a livello nazionale, come chiede la Lega, tutto cambierebbe. Provocando un problema interno al centrosinistra, ma soprattutto facendo aumentare la tensione nel centrodestra. Forza Italia è da sempre contraria al terzo mandato, Fratelli d’Italia ha fatto qualche apertura. C’è tempo però fino ad agosto per provare a trovare una soluzione nel centrodestra (si ipotizza un intervento in qualche provvedimento affine in discussione in Senato, più che a un decreto), poi bisognerà fare le liste elettorali per le elezioni in Veneto e Campania e nelle altre Regioni.

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