I dem si scagliano contro i pentastellati per gli affari immobiliari e le convenzioni firmate dal braccio destro della sindaca di Roma rivelati dall'Espresso in edicola da domenica 30 ottobre. Duro il presidente del Pd Orfini: "Il cerchio ristretto di Virginia Raggi è quello di una certa destra romana"
Della casa comprata dal palazzinaro Scarpellini con uno sconto di circa il 40 per cento, l’Espresso aveva già raccontato. Quello per gli immobili, però, per
Raffaele Marra, stretto collaboratore della sindaca
Virginia Raggi, pare un vero talento: ha fiuto Marra, che di casa ne ha un’altra, comprata dalla moglie cogliendo al volo una 'svendita' dell’ente pubblico Enasarco. Ma non solo. L’inchiesta a cui l’Espresso
dedica la copertina del numero in edicola da domenica 30 ottobre racconta altre ombre di quello che in molti, in Campidoglio, definiscono come il “vero sindaco” della Capitale.
Nel mirino, soprattutto, è finito il suo lavoro ai tempi della direzione del dipartimento politiche abitative ai tempi della giunta Alemanno. È sua, infatti, la firma sulle costosissime convenzioni firmate dal Comune per l’affitto di alcuni edifici con decine di appartamenti da destinare a residenze per l’emergenza abitativa, tra cui quelli della società di
Fabrizio Amore, un imprenditore oggi indagato in una delle inchieste su Mafia Capitale.
Amore non è l’unico ad aver fatto affari d’oro nel business dell’emergenza abitativa, peraltro, e le cifre raccontate dall’Espresso riaprono lo scontro sul ruolo di un dirigente di era alemanniana, nell’amministrazione Raggi, giunta che vorrebbe esser quella della discontinuità.Per il Pd l’occasione è ovviamente ghiotta. «Beppe Grillo, Luigi Di Maio, facciamo finta di niente o diciamo qualcosa?», twitta ad esempio
Alessia Morani, vicepresidente dei deputati dem. «I profili di alcuni esponenti della giunta a 5 stelle appiano sempre più inquietanti» dice invece il senatore
Stefano Esposito, che è stato brevemente anche assessore, sul finire della giunta Marino: «I grillini che governano Roma non sono solo incapaci, ma anche pericolosi», aggiunge duro.
«La vicenda è inquietante», conferma poi
Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del partito romano, che non si spiega come Raggi possa ancora difendere Marra. Orfini si riserva di leggere le carte per intervenire, con esposti o interrogazioni, e però dà subito una lettura politica: «Si conferma» dice all’Espresso, «la nostra accusa: il cerchio ristretto di Virginia Raggi è quello di una certa destra romana». E se il Movimento 5 stelle, e persino la giunta Raggi, hanno anche altri volti, più di sinistra, «è solo perché questa, confusa, è la natura del Movimento». «Natura che però spiega perfettamente», aggiunge Orfini, «perché, oltre a non governare, stiano passando il tempo a litigare, a mediare tra le loro diverse anime: non io ma Roberta Lombardi ha detto che Marra è un virus del Movimento».
«Possibile che la Raggi non sapesse nulla delle attività di Marra, da lei chiamato in giunta e difeso in tutte le occasioni?», continua il renziano Ernesto Carbone. «Sarà la magistratura, qualora dovesse individuare eventuali irregolarità, ad intervenire. Comunque il passato che i Cinque Stelle dicevano di voler combattere se lo sono portato in Campidoglio: e tiene in mano le leve del potere».