Una senatrice 5 Stelle accusa il governo di truccare la magnitudo. Un consigliere regionale se la prende con i petrolieri. Un noto giornalista attacca il Papa. Così il disastro di Norcia, per fortuna senza vittime, fa riemergere troppi pregiudizi antiscientifici

"Guarda io sono ignorante di queste cose. Ma l'hai sentita questa storia che hanno abbassato (sic.) il terremoto per non pagare i danni?".

Nel bar di un quartiere della zona sud di Roma sono passate poche ore dalla scossa che ha devastato Norcia, Castelluccio, Preci e molti altri paesi tra Marche e Umbria e svegliato l'intera Capitale nella paura.

Il ragazzo alla cassa parla con i clienti della domenica con quella familiarità e confidenza che gli eventi come questo alimentano tra le persone. "Hanno abbassato il terremoto sì. Prima era sopra i 7 e ora è 6 e mezzo, così l'assicurazione non deve pagare".

Si riferisce alla magnitudo del sisma, in un primo momento indicata dal rilevamento di un istituto statunitense con un valore di 7.1 e poi ricalcolata dall'Ingv fino al valore definitivo di 6.5. Tanti avventori annuiscono sconsolati, commentano indignati contro politici e governo. Solo uno replica che si tratta di una storia falsa, che spunta fuori dopo ogni sisma. Nessuna delle persone che ascolta sembra convinta. Di più, si percepisce un certo fastidio per questa smentita.

La bufala del governo che modifica i dati sui terremoti per non affrontare le spese della ricostruzione parte da un decreto del 2012 mai diventato legge. Negli ultimi anni è stata confutata decine di volte in rete, in tv, sui giornali, in radio. Ma niente da fare: quando la terra trema, torna fuori. Questa volta a rimetterla in giro ha contribuito una testimonial d'eccezione: la senatrice del Movimento 5 Stelle Enza Blundo. Sul suo profilo Facebook l'onorevole ha scritto quanto segue: "Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1! Ancora menzogne per interessi economici del governo. Anche il terremoto dell'Aquila fu "addomesticato" a 5.8. Il tutto per non risarcire i danneggiati al 100 per cento". Poi ha corretto il tiro, prendendosela con una misteriosa "finzione mediatica" e infine ha chiesto scusa.

Ci si sposta più a sud, in Puglia, per trovare le parole di Mario Conca, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che attraverso Facebook chiede a chi lo segue cosa ne pensa della teoria che gli avrebbe esposto un conoscente ottantenne secondo cui il sisma sarebbe colpa "delle trivellazioni, del fracking e dell'airgun nel Mediterraneo che stanno indebolendo la massa che blocca la faglia accelerando l'avvicinamento dell'Italia all'ex Jugoslavia provocando forti terremoti", e conclude " le sacche vuote di gas e petrolio alimentano questo processo, i petrolieri vanno fermati!". Ancora una volta teorie smentite decine di volte, contrabbandate sui social network da persone che rivestono incarichi istituzionali e incapaci di trattenersi da esternazioni tanto discutibili.

Dalla pseudoscienza al misticismo il passo è breve. Si arriva così al giornalista tv Antonio Socci che se la prende con papa Francesco che mentre "il terremoto devasta la terra di San Benedetto cuore dell'Europa Cristiana rende omaggio a Lutero che ha distrutto la cristianità", mentre a giudizio del giornalista, "dovrebbe consacrare l'Italia mettendola sotto il patrocinio della Madonna".

Nella pagina Facebook di Socci, che per scelta della Rai è anche direttore della scuola di giornalismo RadioTelevisivo di Perugia, decine di utenti si lanciano così alla ricerca di segni divini che mettano in collegamento il sisma con le mosse di Bergoglio. Ragionamenti che ricordano le recenti affermazioni del viceministro israeliano Ayoub Kara secondo cui il sisma era una punizione per la posizione dell'Italia sulla votazione Unesco.

Il pensiero antiscientifico nelle sue diverse forme non è quindi confinato in una nicchia, ma è anzi legittimato da esponenti istituzionali, intellettuali e vip che contribuiscono a diffonderlo. E trova terreno fertile in una popolazione arrabbiata e sfiduciata da anni di crisi, con scarsi anticorpi culturali. Secondo l'ultimo rapporto Piaac dell'Ocse, gli italiani tra i 16 e i 65 anni si collocano all'ultimo posto su 24 paesi occidentali quando si parla di "competenze alfabetiche", la capacità cioè di "comprendere, valutare, usare ed essere impegnati nella lettura di testi scritti al fine di partecipare alla vita sociale e sviluppare conoscenza". E quanto possa essere dannoso lo si scopre ogni volta che la terra trema.