Caso Marra, Beppe Grillo vuole allontanare il dirigente. Ma i consiglieri M5S lo difendono
Il leader del Movimento chiede agli eletti a Roma cosa ne pensano del dirigente braccio destro di Virginia Raggi, con un passato da fedelissimo di Alemanno e al centro dell'inchiesta dell'Espresso che ne ha rivelato gli affari. La sindaca e i suoi però fanno quadrato: "È un dirigente esperto ed è l'ultimo dei nostri pensieri"
«Quando e se mi chiamerà io dirò a Beppe quello che dico, senza problemi e pubblicamente, da mesi: Raffaele Marra è un dirigente competente che è stato per me e per altri un aiuto prezioso, soprattutto nei primi mesi della giunta, quando era vice capo di gabinetto». Così risponde Enrico Stefàno quando lo chiamiamo per chiedergli se anche lui ha sentito Beppe Grillo che, scrive Repubblica, sta contattando uno a uno i 29 consiglieri comunali del Movimento per chiedergli cosa pensano della vicenda Marra, per sondarli singolarmente prima di tentare l’ultimo affondo su Virginia Raggi.
Stefàno è un consigliere per nulla dissidente e con una certa esperienza, uno dei tre al secondo mandato: lui, Marcello de Vito e la stessa Raggi. È presidente della commissione trasporti, tema su cui, ci dice, «Raffaele» - lo chiama per nome - lo ha molto aiutato, all’inizio, «per capire come funziona la macchina, per decifrare alcuni documenti e i bilanci». Quando e se lo chiamerà Beppe, dunque, Stefàno risponderà come già sta rispondendo la sindaca, che sta difendendo il dirigente che un pezzo del Movimento vorrebbe invece veder sparire, messo alla guida di un municipio, ai margini dell’amministrazione.
Risparmiamo dunque una telefonata al leader del Movimento che starebbe così preparando la sua prossima discesa a Roma: «Pronto, sono Beppe, sto facendo un giro di telefonate per capire cosa sta succedendo in Campidoglio: tu, per esempio, mi dici cosa pensi di Raffaele Marra?». Il cerchio più vicino a Virginia Raggi pensa questo, pensa che Marra vada difeso perché è bravo, «è utile».
Va difeso, dunque, l’ingombrante dirigente del Comune, il cui fiuto per gli affari immobiliari e le costose convenzioni firmate ai tempi di Gianni Alemanno con l’imprenditore Fabrizio Amore sono state tirate fuori dall’Espresso con due inchieste che hanno fatto molto agitare parlamentari noti e di peso come Roberta Lombardi, Carla Ruocco o Paola Taverna.
«Marra non è certo il primo dei nostri pensieri ed è forse anzi l’ultimo, e solo perché voi vi ci concentrate tanto», continua però Stefàno, sicuro «che Grillo non ci chiederà solo di Marra, ma ci chiederà come stiamo lavorando, se abbiamo bisogno di una mano sui temi che ognuno di noi segue, e poi, solo poi, potrà magari chiederci di Raffaele». Chiedere cosa pensano gli eletti del Movimento dell’ex alemanniano ormai fedelissimo consigliere di Virginia Raggi. Per capire ciò che tutti vogliono sapere: perché Virginia difende così Marra e non aiuta Grillo e Casaleggio jr ad archiviare una grana?
I vertici del Movimento vorrebbero infatti dar ragione a Lombardi & co, allontanare Marra dal Campidoglio e chiudere così la partita che già troppo clamore ha prodotto. Raggi è invece disposta a concedere - peraltro approfittando di un giro di nomine più generale, di altri 140 dirigenti - solo un ulteriore spostamento, dal Personale al dipartimento Commercio, che è però un settore tutt’altro che secondario a Roma, città dello strapotere della famiglia Tredicine - da sempre a destra - delle bancarelle e dei camion bar.
«Su Marra decide la sindaca», dice il capogruppo Paolo Ferrara. E la sindaca la pensa come Stefàno: «Marra è un dirigente esperto». Ma è solo per questo che va difeso e che Raggi e Daniele Frongia, il vicesindaco, mantengono con lui un rapporto strettissimo?