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Attualità
novembre, 2016

Facebook censura il film sui rapporti di Donald Trump con il KKK e i neonazisti e poi si scusa

La pagina del documentario “L'anima nera di Donald Trump”, in programmazione su l'Espresso Plus, è stata oscurata. «Rimuoviamo i contenuti di sostegno a organizzazioni violente e criminali», comunica il social. Che poi si scusa e la rimette online dopo la nostra denuncia

«David Duke ha una pagina Facebook con una croce celtica in bella evidenza. A noi, invece, ci censurano». Si conclude così l'appello lanciato su Change.org per denunciare la chiusura della pagina dedicata al documentario “L'anima nera di Donald Trump” decisa dal social network di Mark Zuckerberg.

David Duke è il leader dei Neo Nazisti Americani, ex Gran Maestro del Ku Klux Klan, sostenitore di Donald Trump e candidato al Senato in Louisiana. La sua storia e i rapporti che lo legano al neo presidente degli Stati Uniti d'America sono raccontati nel film di Riccardo Valsecchi, disponibile fino al 7 dicembre su l'Espresso Plus.

«Sembra che i contenuti pubblicati sulla tua pagina non rispettino le condizioni di Facebook e gli standard della comunità, pertanto la pagina è stata nascosta», comunica il social. Che nell’elenco delle regole da seguire precisa: «Non consentiamo a nessuna organizzazione impegnata in attività di terrorismo o di crimine organizzato di avere una presenza su Facebook. Rimuoviamo anche i contenuti che esprimono sostegno a gruppi che si distinguono per il loro comportamento violento o criminale. Non è consentito sostenere o elogiare i leader di tali organizzazioni o giustificare le loro attività violente».
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Evidentemente, qualcosa non torna. Perché il film, interpellando lo stesso Duke e raccogliendo le testimonianze di esperti, poliziotti e altri attivisti di estrema destra, documenta le attività del blogger negazionista, le sue campagne di proselitismo neonazista in Europa, Russia e Medioriente. Ed evidenzia quanto le sue convinzioni xenofobe siano entrate nella campagna elettorale di Trump, nonostante "The Donald" abbia sempre negato di essere a conoscenza del suo passato sotto il cappuccio bianco.

«Noi stavamo denunciando, non certo difendendo quanto accade in queste ore negli Stati Uniti - scrive Terenzio Cugia di Sant'Orsola, l'ad della casa di distribuzione Cineama - Con un negazionista razzista che potrebbe essere eletto senatore. Sono fatti. È cronaca. Quali sarebbero i pericoli che la comunità avrebbe corso leggendo i post pubblicati sulla pagina?».

Nella serata di giovedì, alcune ore dopo la pubblicazione dle nostro articolo, arriva la marcia indietro del social network: «La pagina è stata bloccata per errore e ora è stata ripristinata - spiega un portavoce dell'azienda - «Ci scusiamo per qualsiasi disagio causato».

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