«L'onestà non basta. Specie se diventa paralisi. Dal debito ai trasporti, dalle partecipate all'accoglienza, la capitale ha bisogno di decisioni. Di politica. Di proposte. Ecco le nostre». Ci scrive il segretario cittadino del partito fondato da Marco Pannella

Un debito enorme, nato e cresciuto a dismisura per alimentare il consenso dei “signori delle preferenze”, che blocca investimenti e prospettive di cambiamento.
La foresta delle società partecipate, usate negli anni come “riserve di caccia” clientelari, che continuano a prosperare.
Le rendite di posizione dei soliti noti che gestiscono bancarelle e stabilimenti balneari di Ostia, fuori dal regime di concorrenza, paralizzando le forze economiche nuove della città.
Il disastro dei trasporti, la voragine miliardaria della metro C e il fallimento dell’Atac, che fanno di Roma una città in cui anche spostarsi diventa un problema.
La partecipazione popolare proclamata ma non attuata, soffocata dalla burocrazia delle autentiche e delle certificazioni.
L’accoglienza e l’integrazione gestite in emergenza, non organizzate, spesso declinate con livelli di qualità che rasentano l’indecenza.
I campi rom, vere e proprie riserve di segregazione etnica, riservate a una manciata di poveri cui è preclusa qualsiasi possibilità di inclusione.
Un welfare comunale deformato e sostituito di fatto da meccanismi clientelari, che non assicura sostegno a chi ne ha bisogno e continua a favorire i non aventi diritto.
Gli spazi culturali ignorati, calpestati, lasciati appassire lentamente nell’agonia di una città morente.
Su queste questioni, oggi, si gioca il futuro di Roma, capitale sull’orlo del baratro.
Questioni che andrebbero affrontate senza paura, con il coraggio e la responsabilità di spezzare meccanismi corrotti e consolidati e sostituirli con altri.
Facendo finalmente luce sul debito e sulle strategie di rientro, dismettendo le troppe partecipate inutili che rappresentano solo costi, adottando la direttiva Bolkenstein per riaprire la città alla concorrenza, elaborando piani di mobilità alternativi e mettendo a gara il servizio del trasporto pubblico, implementando la firma digitale per le delibere e i referendum comunali, creando un sistema di accoglienza basato su piccoli gruppi e servizi di alta qualità, che possa garantire una vera integrazione, superando i campi rom attraverso percorsi di inclusione che tengano conto delle aspirazioni e delle competenze delle persone, introducendo nell’edilizia popolare criteri di legalità che favoriscano chi ha davvero necessità di un alloggio.
Non è sufficiente, per attuare queste riforme, limitarsi a proclamare - e perfino a praticare - l’onestà: onestà che può diventare addirittura controproducente, se si traduce nella paura di intraprendere strade nuove, e quindi nell’immobilismo, nella paralisi.
Occorrono, piuttosto, una visione chiara di città e il coraggio di perseguirla.
Noi Radicali continuiamo a portare avanti un tentativo di proposta e di dialogo basato su quelle analisi e quelle proposte concrete, così come abbiamo fatto nel passato: a partire dai nove punti programmatici proposti all’allora Sindaco Marino, che sono stati al centro dell'attività dell’Associazione e del consigliere Riccardo Magi nella scorsa consiliatura, nella consapevolezza che quel momento potesse costituire un’irripetibile occasione di riforma del sistema indebolito dall’esplosione di “mafia capitale”; e proseguendo con l’offerta della stessa analisi e delle stesse proposte al candidato “radicale” Giachetti, nella speranza che la sua storia personale e il suo carattere lo rendessero più coraggioso di altri nell’affrontare le questioni centrali per il rilancio della città.
Sabato 17 e domenica 18 dicembre la nostra Assemblea annuale avrà al centro quelle questioni: debito, concorrenza, trasporti, partecipazione, accoglienza, inclusione.
Questioni decisive per il futuro di una città che oggi sembra non aver futuro, schiacciata tra il clientelismo e la paralisi, tra il malaffare e l’immobilismo, tra la corruzione e la paura: ma che un futuro potrebbe averlo, se solo ci si decidesse a sciogliere - senza paura - i nodi che la stringono da decenni.

* Segretario di Radicali Roma