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Economia
febbraio, 2016

Lussemburgo, i sospetti di Europol: le banconote da 500 euro sono troppe

Emette il doppio del proprio Pil in cash. Contante in pezzi grossi che attraversa le frontiere. Senza controlli. Favorendo la criminalità. E forse il terrorismo. Un'anomalia su cui ora la polizia europea vuole aumentare le verifiche. Come racconta a EurActiv

I migranti, no. Ma le banconote da 500 euro, sì. Quelle sì che possono entrare e uscire dalle frontiere, senza controllo. Senza proteste. Senza polemiche in Unione Europea. Eppure attraverso quelle banconote passa, più frequentemente che dai barconi, il terrorismo internazionale. O almeno il suo attivo finanziamento, favorito da quei canali criminali che sui “pezzi grossi” di cash contano per facilitare le proprie operazioni finanziarie, come ha avvertito la stessa Banca centrale europea, con Mario Draghi che avanza l'abolizione della banconota rosa.

Il paradosso dei due diversi confini si incontra a Schengen, cittadina del Lussemburgo che dà il nome al diritto alla libera circolazione delle persone nella Ue: possibilità che diversi paesi – Danimarca, Austria, Francia, stati dell'Est,  – stanno sospendendo per impedire l'accesso ai richiedenti asilo. Ma proprio in Lussemburgo si concentra ora l'attenzione di Europol, la polizia europea, per trovare ragioni al continuo aumento di banconote da 500 euro che servono ai business neri: traffico di droga, di armi, usura, corruzione.

EurActiv  riporta infatti le considerazioni di Igor Angelini, capo dell'unità di intelligence finanziaria dell'Europol: «Perché ci sono così tanti pezzi da 500 in circolazione quando metà dei cittadini europei non ne ha mai visto uno? C'è per forza un'anomalia».  Il punto di partenza sono i dati: un terzo dei mille miliardi di euro in uso a dicembre 2015 era nel massimo taglio - ovvero 307 miliardi di euro. E il numero delle banconote da 500 euro emesse dalle banche europee è cresciuto di sei volte dall'introduzione della moneta unica, più che i pezzi da 10 o da 20, come riportava una relazione dell'Europol contro il riciclaggio di denaro sporco a luglio.  

Il Lussemburgo ha un ruolo chiave: nel 2014 il piccolo paese ha emesso due volte il suo Pil in banconote. Un ammontare straordinario, considerando che gli altri stati Ue, Italia compresa, non stampano cash che per il 10 per cento della ricchezza nazionale. Certo: è una mini-nazione che accoglie legioni di lavoratori stranieri; ed è un'economia in cui le richieste di banche e finanza sono pressanti. Ma secondo diversi analisti questo non basterebbe a spiegare la crescita: nel 2014 la banca centrale lussemburghese annotava che l'emissione di contante era aumentata ancora del 14% l'anno precedente, arrivando a superare gli 87 miliardi di euro. In un paese in cui il prelievo dai bancomat è fra i minimi in Europa.

Ma soprattutto queste risposte non risolvono il problema dei canali attraverso cui queste banconote valicano i confini: «Quello che ci stupisce è che il Lussemburgo è un importante emittente netto di banconote, ma che in seguito si perde la traccia dei flussi», rincara infatti Igor Angelini a EurActiv. In Lussemburgo infatti, come in Austria o in Belgio, la dichiarazione del contante alla frontiera non è obbligatoria, neanche sopra i 10mila euro; i tesori trasportati vanno denunciati solo su richiesta. E secondo un'inchiesta del 2010 della Commissione Europea, citata da EurActiv, in due anni non erano stati fatti che 15 controlli.

L'Europol sta quindi concentrando la sua attenzione sul Lussemburgo, consapevole del fatto che la facilità con cui le banconote rosa viaggiano attraverso le frontiere è un favore ai criminali - anche perché un milione di euro in banconote da 500 pesa solo due chili, mentre la stessa somma, in dollari, costringerebbe a trasportarne 22. Anche in Italia il problema è sentito, come raccontava Federico Fubini su La Repubblica ad agosto, mostrando l'anomalia dei 10 miliardi in pezzi grossi depositati sui conti nazionali ; interrogata, la Banca d'Italia dice ora però di «non disporre di elementi d’interesse per l’argomento in oggetto», ovvero l'eventuale rapporto di queste somme con i flussi che arrivano dal Lussemburgo.

Intanto, mentre le valigette passano, i corpi vengono bloccati. Il paradosso di Schengen.

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