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16 luglio, 2025Articoli correlati
Il dossier prevede sei livelli di segretezza. Il tycoon sarebbe incuriosito dalla possibilità di usare il tema Ufo per mostrarsi come il presidente che dice la verità agli americani
Non ci sono solo i dazi nella nuova agenda di Donald Trump. Dietro le quinte a Washington si muove un dossier ben più oscuro: quello sugli Ufo. E, secondo fonti riservate, qualcosa di molto concreto si starebbe già muovendo. Si chiama Project Preserve Destiny, ed è molto più di un semplice programma di studio dei cosiddetti Uap (fenomeni anomali non identificati). Dietro questo nome — evocativo e inquietante — si nasconde un giro di valzer istituzionale che rischia di ridisegnare gli equilibri tra Pentagono e Casa Bianca.
Secondo le indiscrezioni, i cosiddetti programmi special access (Sap), che fino a oggi dipendevano formalmente dal Dipartimento della Difesa, non passeranno più dal Pentagono: risponderanno direttamente allo Studio Ovale. Una decisione che, raccontano, non è stata presa a cuor leggero. Al contrario: è frutto di settimane di riunioni riservatissime, briefing a porte chiuse e tensioni tra i vertici militari e alcuni consiglieri più vicini al presidente repubblicano. Perché il “Project Preserve Destiny” non sarebbe un dossier qualsiasi: prevede sei livelli di segretezza, dicono le stesse fonti, che farebbero impallidire qualunque thriller complottista.
Si va dal livello pubblico — dove “ti raccontano le favole”, come spiega con sarcasmo chi conosce il dossier — fino ai cosiddetti “programmi nei programmi”, sezioni talmente compartimentate da restare inaccessibili persino al presidente in carica. Dietro la scelta di spostare il baricentro alla Casa Bianca ci sarebbe, secondo i bene informati, la volontà di controllare direttamente il flusso di informazioni. E forse, in prospettiva, anche di decidere cosa rendere pubblico e cosa no.
Una decisione che in parte risponde anche alle pressioni di un’opinione pubblica sempre più attenta al fenomeno: i recenti rapporti del Congresso hanno sollevato più dubbi che certezze, alimentando l’idea che “qualcosa” venga sistematicamente nascosto. Ma nei corridoi di Washington c’è chi legge questa mossa in chiave più politica: una carta da giocare nella prossima campagna elettorale. Trump stesso, raccontano, sarebbe incuriosito dalla possibilità di “usare” il tema Ufo per mostrarsi come il presidente che finalmente dice la verità agli americani. Non sarebbe la prima volta che un presidente accarezza la tentazione di una rivelazione epocale. Ma stavolta, avvertono gli esperti, la portata dei documenti in gioco sarebbe senza precedenti.
Il Pentagono, ufficialmente, non commenta. Ma le indiscrezioni parlano di nervosismo ai piani alti: trasferire la gestione di programmi tanto sensibili alla Casa Bianca significa anche esporli a maggiori rischi di fuga di notizie. E il confine tra trasparenza e propaganda si fa sottilissimo. Intanto, nei palazzi del potere si susseguono incontri riservati e briefing “only eyes”: schede di aggiornamento così classificate che, per consultarle, serve non solo l’autorizzazione ma anche la presenza fisica in un ufficio schermato. Perché, spiegano, Project Preserve Destiny non riguarda solo “oggetti volanti non identificati”, ma tecnologie potenzialmente rivoluzionarie, e forse non tutte di origine terrestre. Fantascienza? Forse. Ma a Washington, realtà e leggenda spesso si confondono.
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