L'infezione può essere trasmessa all'uomo e ad altri mammiferi tramite puntura. Scattate le misure di prevenzione. L'appello ai cittadini: eliminare i ristagni d’acqua

Febbre del Nilo: scoperte zanzare positive in Sardegna. Confermati i primi casi a Oristano

Un gruppo di zanzare catturate nella zona di via Rockefeller a Oristano è risultato positivo al virus della Febbre del Nilo, conosciuto anche come West Nile Virus, un’infezione che può essere trasmessa all’uomo attraverso le punture di questi insetti. La conferma è arrivata dall’Istituto zooprofilattico di Teramo, che ha analizzato i campioni raccolti nell’ambito dei controlli sul territorio. L’allerta è stata immediatamente trasmessa dal servizio di Sanità animale della Asl 5 di Oristano al Comune e sono già state avviate le misure per contenere il rischio di diffusione del virus. “La situazione è sotto controllo”, assicurano Enrico Vacca, direttore del servizio di Sanità Animale, e Maria Valentina Marras, direttrice del Dipartimento di Igiene e Prevenzione dell’azienda sanitaria locale. Quello odierno non è il primo segnale della presenza del virus nell’oristanese. Nelle scorse settimane anche due cornacchie, una ad Arborea e una nella stessa Oristano, in via Ponente, erano risultate positive alla Febbre del Nilo.

Cos’è il virus West Nile e quali sono i rischi 

Il virus della Febbre del Nilo Occidentale, conosciuto anche come West Nile Virus, è un arbovirus trasmesso principalmente tramite le punture di zanzare del genere Culex. Il suo ciclo naturale vede coinvolti uccelli selvatici e zanzare, ma può infettare anche l’uomo e alcuni mammiferi, come i cavalli. Nella maggior parte dei casi l’infezione umana è asintomatica (oltre 80%) oppure si manifesta con sintomi simil-influenzali (circa il 20%) quali febbre, cefalea, dolori muscolari e malessere generale. In meno dell’1% dei casi, specialmente tra anziani e soggetti immunodepressi, l’infezione può evolvere in encefalite o meningite, con possibili complicanze neurologiche permanenti o esiti fatali. Attualmente non esistono vaccini per uso umano, motivo per cui la prevenzione si basa sulla lotta alle zanzare e sulla protezione personale dalle punture. 

Il Wnv in Italia 

Il West Nile Virus non è nuovo in Italia e, nel recente passato, ha mostrato una significativa diffusione. Nel 2024 risultano 19 casi confermati in diverse province, in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, con 16 decessi registrati tra giugno e settembre. Più in generale, tra maggio e settembre 2024, l’Istituto superiore di sanità aveva notificato 382 casi umani, di cui 222 con forma neuroinvasiva, e 16 morti. I dati degli anni precedenti dimostrano come l’infezione sia ormai endemica in ampie aree del Nord e Centro Italia, con estati che vedono regolarmente nuovi cluster di infezione. Per il 2025 non sono ancora stati segnalati casi umani in Europa, ma la pressione vettoriale e la presenza del virus in insetti e uccelli restano motivo di attenzione.

Le raccomandazioni 

Le autorità sanitarie invitano la popolazione, in particolare le persone anziane e fragili, a seguire alcune semplici precauzioni per limitare il rischio: eliminare i ristagni d’acqua dove le zanzare possono deporre le uova, svuotare frequentemente sottovasi, secchi, barili e copertoni, coprire le cisterne e trattare con larvicidi tombini e pozzetti. Inoltre, è consigliato proteggere le abitazioni con zanzariere, utilizzare repellenti e limitare le attività in zone umide o con acqua stagnante, soprattutto al tramonto e durante la notte, quando le zanzare sono più attive.

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