È curioso opporsi alla gestazione per altri e poi impedire anche l'unica strada alternativa per la genitorialità di molte coppie, le adozioni oggi negate a single e coppie, gay e non, non sposate

Con un lungo intervento pubblicato anche da l’Espresso, la scrittrice Michela Murgia aveva già provato a riflettere sulla gestazione per altri, illustrando le ragioni per cui, a suo avviso, si dovrebbe superare l’attuale divieto stabilito in Italia dalla legge 40, non spingendo più coppie etero e omosessuali ad andare all’estero, dove invece la pratica è possibile. Non solo per evitare la discriminazione economica che a quel punto si crea tra chi può e chi non può permettersi una costosa trasferta, ma anche per tutelare le donne, dice Murgia, servirebbe una legge che stabilisca qui i limiti e i diritti, senza così affidarsi alle legislazioni altrui che sono in alcuni casi positive e in altri lasciano invece aperta la strada a forme di sfruttamento.

Alla luce del caso Vendola e del primo voto sulla legge Cirinnà, la scrittrice - che sta girando l’Italia presentando il suo ultimo romanzo, Chirú - è tornata sul tema con un post su Facebook. Preoccupazione di Murgia in questo caso è soprattutto che la discussione, se continua a ruotare attorno a «figure politiche con grande visibilità mediatica», rischia di trasformare la questione surrogacy nell’«ennesima proiezione simbolica collettiva che si gioca sul corpo delle donne».

Per Murgia, infatti, «la principale ragione delle corse in avanti nella scomposta richiesta di divieto assoluto della gestazione per altri» è che «molte donne percepiscono queste azioni come atti di arroganza posti da soggetti che non avrebbero titolo per determinare le condizioni d'azione, eppure lo fanno», mal disponendo così anche chi «non ha alcuna resistenza all'idea che coppie gay possano aver figli e crescerli adeguatamente». Caso esemplare sono in questo senso gli appelli sottoscritti da molte femministe, o le posizioni di parlamentari Pd come Anna Finocchiaro o Valeria Fedeli.
Stepchild
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E proprio perché figlia di un dibattito molto simbolico, evidentemente, anche «sul fronte della genitorialità alternativa a quella biologica», è opinione della scrittrice, «la Cirinnà definitiva farà danni». «La mancata parificazione al matrimonio e lo stralcio della cosiddetta adozione del figliastro», infatti, «non diminuiranno affatto il ricorso alla gestazione per altri», come sarebbe intenzione dei cattodem e degli alfaniani, «anzi lo aumenteranno. Il motivo è evidente: le coppie sterili unite da questa nuova formulazione di famiglia sono estromesse da tutte le forme di genitorialità legale che possano considerarsi alternative a quella biologica. Fermo restando che la normativa italiana esclude l'adozione da parte dei single, le coppie unite in “formazione sociale specifica” non potranno infatti adottare figli di terzi, né adottare vicendevolmente il figlio naturale dell'altro partner».

A differenza delle coppie eterosessuali, che possono sempre ricorrere alla fecondazione assistita o che possono sposarsi e adottare, e delle coppie di donne omosessuali, che possono ancora ricorrere alla fecondazione, «le coppie composte da due uomini», nota giustamente Murgia, «restano escluse dal matrimonio e dalla biologia, ma certamente non dal desiderio di genitorialità». È curioso dunque opporsi alla gestazione per altri e poi negare anche l'unica strada alternativa per la genitorialità di molte coppie, le adozioni oggi negate a single e coppie, gay e non, non sposate. «La gestazione per altri resta per loro la sola strada per esprimerlo, e dato che in alcuni Paesi quella strada è legale, è del tutto logico aspettarsi che più coppie di uomini, una volta sancita la loro “formazione sociale specifica”, si disporranno a percorrerla».

 

****************Ancora a proposito di GPA (considerazioni a margine della Cirinnà e del lieto evento in casa...

Pubblicato da Michela Murgia su Lunedì 29 febbraio 2016