Amnesty International condanna le modifiche del parlamento di Vienna alla legge per la protezione dei rifugiati. Norme che prevedono maggiori controlli, procedure accelerate, rimpatri forzati e fino a 14 giorni di fermo per i richiedenti asilo che arriveranno via terra

Le "misure speciali" proposte dal governo austriaco per fermare l'esodo dei profughi a Vienna sono una concreta «violazione degli obblighi del paese in base al diritto internazionale». Lo sostiene Amnesty International in una nota in cui condanna il voto con cui il Parlamento ha effettuato diverse modifiche alla legge sul diritto d'asilo nel paese.

«Queste modifiche sono un tentativo lampante di tenere le persone fuori dall'Austria», ha dichiarato Gauri van Gulik, vicedirettrice del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International: «Vienna tratta le persone in fuga da conflitti e persecuzioni come una minaccia alla sicurezza nazionale, aggiungendosi a una lista crescente di paesi che minano il principio della protezione da guerre e persecuzioni» .

Le «misure speciali» votate per lo "stato d'emergenza" in tema migranti serviranno a far «avanzare rapidamente le procedure, dando alla polizia e alle guardie di frontiera ampi poteri di arrestare, detenere e rimpatriare rapidamente o deportare forzatamente i richiedenti asilo», spiega la nota.

Il pacchetto di norme include le misure d'emergenza sulle frontiere terrestri (da cui l'aumento di controlli e la barriera in costruzione sul Brennero) il permesso alla polizia «di impedire l'ingresso di eventuali arrivi, compresi coloro che esprimono il desiderio di chiedere asilo, e di procedere a rimpatri una volta che abbiano attraversato il confine»; la limitazione delle domande di asilo alle frontiere terrestri, «dove gli agenti di polizia avrebbero l'autorità per condurre procedure di ammissibilità nel caso in cui i rimpatri non potessero essere applicati»; l'autorizzazione alle forze dell'ordine «di arrestare i richiedenti asilo che presentano domanda di protezione internazionale in Austria e trattenerli per un periodo massimo di 14 giorni (attualmente è 5 giorni)».

Ora un decreto governativo dovrebbe imporre le misure votate dal Consiglio nazionale austriaco, per applicare le norme «fintanto che i controlli alle frontiere vengono ripristinati».