Da Al Jazeera a Huffington Post, le reazioni dei media arabi alla nostra iniziativa per creare una piattaforma protetta per denunciare le violazioni dei diritti umani da parte del regime egiziano

Un primo grande passo verso la verità. Così i media arabi hanno accolto RegeniLeaks, l’iniziativa lanciata da l’Espresso con la quale è stata creata una piattaforma protetta per denunciare le violazioni dei diritti umani da parte del regime egiziano. La notizia è stata ripresa da buona parte dei mezzi d’informazione del mondo arabo.

In particolare da Aljazeera che ha dedicato all’iniziativa ampio spazio. Già ieri notte ha pubblicato sul proprio sito un articolo che riprendeva la presentazione tradotta da l’Espresso anche in arabo e in inglese. Da questa mattina invece la notizia è nella scaletta di tutti i tg. “Una piattaforma italiana in tre lingue per monitorare le torture in Egitto”, così titola il sito del canale ripercorrendo tutte le fasi del caso Regeni.

L'iniziativa
RegeniLeaks, per smascherare le menzogne del regime di al Sisi
16/5/2016
La versione araba dell’Huffingtonpost ha dedicato al progetto l’apertura del proprio sito. La parola RegeniLeaks, scritta in rosso, occupava già ieri sera tutta la parte superiore della pagina. Nel catenaccio si spiegava: “Giornale italiano lancia un sito in tre lingue per documentare le violazioni dei diritti umani in Egitto”.

Ulteriori dettagli nel sommario sotto la foto di una manifestazione per Giulio: “L’uccisione del ricercatore italiano ha portato il giornale a raccogliere le documentazioni sui casi simili. Il sito ospiterà tutto ciò che riguarda le violazioni da parte del regime del presidente egiziano Abdelfattah al Sisi. Garantisce la totale protezione agli utilizzatori permettendo loro l’anonimato”.

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Poche ore dopo il lancio dell’iniziativa anche la versione in arabo del sito egiziano madamasr.com, voce dei rivoluzionari, le ha dedicato un ampio articolo. In particolare il sito ha sottolineato la pubblicazione da parte dell’Espresso di tutte le istruzioni per potersi collegare alla piattaforma e inviare le segnalazioni in modo protetto.

Istruzioni che in tanti hanno chiesto sui social. In particolare alcune organizzazioni per i diritti umani hanno lanciato un appello agli egiziani: “Si facciano avanti i familiari delle persone scomparse”. A sottoscrivere questo appello anche l'avvocato Dalia Lotfy che difende i ragazzini detenuti nelle prigioni.

Così come ha assicurato massima collaborazione l’ex colonnello Omar Afifi che da anni denuncia l’oppressione del regime egiziano. “Ci sono tanti giovani informati che finora non potevano raccontare nulla perché temevano per la propria vita. Ora chiedo loro di farlo attraverso questa piattaforma”. E infatti sono stati tanti gli attivisti che hanno condiviso l’iniziativa sulle proprie pagine. Egiziani da ogni parte del mondo. Ognuno nella propria lingua. Tra loro anche chi vanta oltre 300mila followers.

Il portale d’informazione egiziano rassd.com ha presentato l’iniziativa in modo molto diretto: “Ecco qua il sito in tre lingue per smascherare le violazioni dei diritti umani in Egitto”. Tra gli altri a dare la notizia: albedaiah.com; almesryoon.com; il canale televisivo alghad.tv; sadda.co; cairoportal.com; masress.com; nile24.net.

Mancano ancora all’appello i giornali e i canali televisivi filogovernativi. Non è certo una sorpresa vista la campagna denigratoria, anche nei confronti di Giulio, condotta da parte loro in questi cento giorni. Non solo hanno spesso dato voce alle incredibili e goffe versioni degli Interni ma hanno anche contribuito in modo diretto nel tentativo di soffocare la verità.