Con il nuovo gioco si può irrompere ovunque: nei campi di sterminio o negli appartamenti papali. L’Is condanna e l’Occidente applaude

LO STATO ISLAMICO, nei suoi allegri siti, annuncia di avere giustiziato una decina di occidentali che si aggiravano per le strade della capitale Raqqa, giocando a Pokemon Go. È il primo caso in cui le cancellerie di tutto il mondo, invece di una dura condanna per l’atto di barbarie, si sono congratulate con l’Is.

LA REALTÀ AUMENTATA Perché si chiama “realtà aumentata” il mix tra luoghi veri e pupazzetti del cazzo che è alla base di Pokemon Go? Perché è molto aumentata, con la diffusione di quel gioco, la mortalità dei giocatori, travolti dal treno, sprofondati in una voragine o divorati dai leoni mentre cercano, con il naso affondato nello smartphone, Pikachu o Choolandari o Keschemo o altri personaggi della saga dei Pokemon. Una mania globale che sta facendo impazzire il mondo, come se ce ne fosse bisogno.

LE CONTROMISURE Ha molto colpito l’opinione pubblica, o perlomeno quello che ne resta, il fatto che alcuni musei dell’Olocausto e campi di concentramento sono stati costretti a esporre un cartello per avvertire i giocatori di Pokemon Go che quelli erano luoghi consacrati alla memoria, dunque inadatti a ospitare idioti in pantaloni corti e cappellino in testa che giocano a videogame in luoghi dove sono stati uccisi milioni di persone. Per ovviare allo spiacevole inconveniente i creativi della Nintendo hanno progettato nuovi Pokemon perfettamente adatti a quei luoghi: si tratta di Hitlerio, un irascibile omino baffuto con la mania di sterminare il suo prossimo, e Annafrankia, una adorabile bimba dai lineamenti accattivanti che cerca di sfuggire a Hitlerio. Ora i giocatori di Pokemon possono girare tra le baracche di Auschwitz e i forni di Birkenau cercando personaggi perfettamente in tono con quei luoghi: chi trova Hitlerio guadagna duemila punti e può accedere al livello superiore. Chi trova Annafrankia e la consegna a Hitlerio, diventa Gubugando ad honorem. Che cos’è il Gubugando? È lo stadio che precede il Koforone. Che cos’è un Koforone? Ancora non lo sapete, ma potrebbe essere vostro figlio, vostra moglie, vostro padre.

ALTRI CASI È lecito irrompere in una sala operatoria perché il tuo smartphone ti segnala che proprio lì, seduto sugli orli dell’apertura toracica di un cardiopatico agonizzante, c’è Blippo Zippo, il raro pokemon color pervinca? E si può correre a perdifiato negli appartamenti papali, spostando con uno spintone il papa che sta uscendo dal bagno, perché si è sulle tracce di Lady Ladò, la pokemon che si accoppia con tutti gli altri pokemon senza chiedere mai niente in cambio? Quanto ai problemi etici e legali delle controparti: si può indicare la vasca dei piranha, dicendo «li ho visti là dentro», a una coppia di fidanzati che sta cercando i pokemon nell’acquario di Manaus? E se incontri sul pianerottolo il vicino di casa sulle tracce di Pikachu, puoi spingerlo nella tromba dell’ascensore senza aspettare l’autorizzazione dell’assemblea di condominio?

LITE SUL COPYRIGHT Gli eredi di Publio Ludicus, il patrizio romano al quale la tradizione attribuisce l’invenzione della caccia al tesoro, hanno fatto causa alla Nintendo sostenendo che Pokemon Go altro non è che una riedizione aggiornata di quel vecchio gioco. «È da parecchi secoli - si legge nell’esposto dei legali - che nei luoghi più tranquilli, anche domestici, anche intimi, fanno la loro improvvisa irruzione uno o più rompicoglioni sovreccitati, che mettono tutto a soqquadro alla ricerca di qualcosa che altri rompicoglioni hanno provveduto, in precedenza, a nascondere. È il tipico meccanismo della caccia al tesoro, depositato alla Siae (genitivo di Sia) sotto Tito imperatore. Pokemon go altro non è che l’applicazione planetaria di quell’antico meccanismo: invece di poche decine di rompicoglioni in un solo quartiere, il gioco coinvolge molti milioni di rompicoglioni in tutto il mondo. Questo non fa che aumentare a dismisura i diritti di autore che spettano agli eredi dell’inventore della caccia al tesoro».

ANCORA L'IS Gli esperti di videogame dello Stato Islamico stanno mettendo a punto un Pokemon Go conforme alla Sharia. A causa dell’iconoclastia, i pokemon non possono essere raffigurati e dunque sono indicati solo approssimativamente. Se vedete un energumeno che mulina la scimitarra alla cieca gridando «finalmente ti ho preso, Pikachu!», vuol dire che sta giocando a Pokemon Go nella versione wahhabita.