“L’Espresso” ha creato la piattaforma protetta ELeaks dove inviare informazioni anche anonime sull’omicidio del ricercatore italiano. Per cercare di spezzare il buio

L’arresto, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni sono un delitto di Stato. Per tentare di squarciare il velo sull’omertà, le menzogne, i depistaggi, l’Espresso ha creato ELeaks, una piattaforma protetta per raccogliere denunce, documenti, foto, video, testimonianze sul caso Regeni e sui tanti egiziani che quotidianamente subiscono torture, violenze, soprusi da parte del regime di al Sisi.

La piattaforma - in italianoarabo e inglese - utilizza il software Globaleaks ed è in grado di proteggere l’anonimato e la sicurezza delle fonti e di eventuali whistleblower. E' tuttavia molto importante seguire le istruzioni e non commettere errori che possano portare all'identificazione della fonte delle informazioni e degli eventuali documenti allegati.

ELeaks è stata creata nella speranza di contribuire a fare luce sulla morte di Giulio, ma anche sul baratro di orrore e violenza in cui è caduto il Paese. Oggi non appare più possibile chiedere giustizia per il ricercatore italiano senza guardare ai mille Regeni senza nome di cui non si parla. Seguendo le istruzioni sul sito le fonti potranno proteggere il proprio anonimato. Neanche noi sapremo mai chi sono i whistleblower se non saranno loro a voler rivelare la propria identità. Ovviamente, documenti e segnalazioni saranno sottoposti a verifiche e controlli: solo le informazioni verificate dalla redazione e sorrette da riscontri oggettivi verranno pubblicate da “l’Espresso”.

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