A Cantù per la quarta edizione della riunione dei militanti neri la location scelta è il campo solare dedicato alla Resistenza. Con l'appoggio del sindaco Claudio Bizzozero. E scatta la contro-manifestazione del comitato che ha chiesto la messa al bando di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste

La festa della sigla di estrema destra Forza Nuova a Cantù suona come una provocazione: dal primo maggio il campo solare dove si terrà la reunion è intitolato proprio ai partigiani che durante la Resistenza combatterono contro il nazifascismo.

Il programma del weekend dal 23 al 25 settembre, scelto per la festa nazionale della formazione di Roberto Fiore, prevede un campo di formazione politica chiamato “La battaglia della comunicazion” nell’era di Facebook.

Troppo per il comitato lombardo antifascista che punta il dito contro il Comune: «Ancora una volta l’amministrazione di Cantù ha deciso di concedere uno spazio pubblico ai neofascisti di Forza Nuova per una tre giorni di formazione politica. Da anni il nostro comitato si batte contro questo scempio della democrazia, ed a maggior ragione quest'anno, dopo l'intitolazione del campo solare ai partigiani canturini, troviamo inaccettabile la scelta del sindaco e della sua giunta».

Pronta la contro-manifestazione per venerdì 23 settembre e la chiusura ufficiale della prima campagna “per la messa fuori legge di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste”, con l’appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i due presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso lanciato lo scorso dicembre sulla piattaforma di change.org.

«Nulla di anomalo. Non credo che la scelta di intitolarlo ai partigiani cambi le cose. Se va bene agli organizzatori non capisco le polemiche», replica il primo cittadino Claudio Bizzozero, difendendo la sua scelta. L’ennesimo episodio di ritrovi smaccatamente revisionisti e neofascisti, in una regione dove abbondano le occasioni di feste in nome di Hitler, raduni neofascisti e manifestazioni in onere dei «camerati caduti».

Bizzozero è un leghista pentito e da sindaco di un centro da 39mila abitanti, epicentro della produzione dei mobili, sogna la scalata al Pirellone e diventare governatore. Per farlo ha creato il pomposo movimento “Fronte di liberazione fiscale” con un slogan semplice: «Il primo ladro è lo Stato. Basta rapina fiscale».

Nel 2013 con l’attenzione dei media per l’arrivo delle formazioni più xenofobe e intolleranti del Continente aveva spiegato la sua idea di democrazia: «Se fossi stato un semplice cittadino avrei detto che questa riunione va vietata, ma in quanto amministratore ho riflettuto in modo diverso».

Lo scorso maggio dopo l’ok alla dedica ai partigiani per il campo solare, promossa dal Pd e dalle associazioni locali, lo stesso Bizzozero aveva sottolineato che «bisognerebbe raccogliere anche la proposta di chi ha chiesto di intitolare un altro luogo della nostra città alle vittime delle foibe», facendosi portavoce dei desiderata leghisti che volevano togliere l’intestazione “25 aprile” a una piazza per trasformarla in “Martiri di via Rasella”, ovvero i trentatré soldati tedeschi vittime a Roma nel 1944 dell’attacco della resistenza locale.

TANTI RADUNI, POCHI PARTECIPANTI

Da 2013 i raduni nazirock hanno trovato casa qui, nel cuore della Brianza, grazie al benestare della giunta. Alla prima edizione le polemiche raggiunsero un eco nazionale per il Festival Boreal, portato per la prima volta da Forza Nuova in Italia in occasione della festa annuale.

Gli arrivi furono meno del previsto: degli oltre trecento partecipanti accreditati da tutta Europa ne arrivarono in città poco più della metà, con diserzioni importanti anche tra i relatori, da Laszlo Toroczkai, leader del partito di estrema destra ungherese Hvim a Khaled Mahjoub, industriale siriano molto vicino al governo di Bashar al-Assad.

Tra gli assenti i gruppi tedeschi, rimasti in madre patria perché impegnati in alcune manifestazioni. Alla fine più che ai dibatti sulla legge dello “ius soli” gli skinhead sono sembrati interessati soprattutto ai concerti di musica nazionalista con i gruppi “Legittima Offesa”, “Wafflor Waffen”, “Hobbit” e “Testudo”.

Gli organizzatori - Forza Nuova Lario - sono gli stessi che hanno tappezzato ad agosto la stazione di Como, nodo delle rotte dei migranti verso la Svizzera e la Germania, con striscioni offensivi: «Como non è la discarica d’Europa» e «Refugees not welcome. Tutto ai terremotati».

E poi passeggiate per la sicurezza, appelli contro i migranti, l’islamizzazione e la legge sullo ius soli che provoca «caos multiculturale, a prevalenza islamica e mafie d’importazione». Nel mirino il deputato democratico Khalid Chaouki con una campagna di volantinaggio inneggiante all’italianità.