L'europarlamentare è passato ieri al gruppo dei Verdi. E ora attacca: "Dalla democrazia diretta siamo passati alla ratifica delle decisioni prese dall'alto". E sulla penale: "Non preoccupato, sono stati loro a non rispettare il contratto"

Appena atterrato da Bruxelles scherza al telefono: «Posso mettere piede a Rimini oppure mi aspettano alla porta?». Così l’eurodeputato Marco Affronte che ieri ha lasciato il Movimento Cinque Stelle per passare da indipendente al gruppo dei Verdi. Una decisione “sofferta” ma non affrettata. Anche se accelerata dal fallimentare tentativo, portato avanti lunedì scorso dai vertici del Movimento, di lasciare il gruppo di Farage per abbracciare i Liberaldemocratici. 
 
Dunque è partito tutto domenica, giusto? 
«Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ormai sono diversi mesi che maturava in me questa decisione. Il Movimento cinque stelle era un bel progetto politico e innovativo, senza leader e con la democrazia diretta. Anno dopo anno sono stati accantonati tutti i buoni principi e ci siamo ritrovati con un capo assoluto decretato da un nuovo regolamento e una democrazia diretta che si è trasformata in delle decisioni prese da ratificare. Tutto voluto tra l’altro da un vertice di cui conosciamo solo Grillo e Casaleggio, gli altri non sappiamo nemmeno chi siano». 
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Nemmeno voi che siete europarlamentari del M5s? 
«Guardi, le dico solo che ho scoperto il passaggio dal gruppo dell’Efdd all’Alde domenica mattina alla nove. E non perché mi abbia avvisato qualcuno, ma semplicemente perché ho ricevuto la notifica della votazione sul blog. Come un iscritto qualunque. Eppure era una decisione che ci riguardava in prima persona, visto che con quelle persone ci lavoravo. E’ stata una cosa davvero difficile da sostenere e infatti solo io e Zanni ci siamo espressi pubblicamente in merito».
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Solo pubblicamente o anche in privato con i vertici? 
 «Lunedì, quando Grillo ha detto che la consultazione è andata come ci aspettavamo, gli ho risposto che è andata come loro avevano deciso che andasse. Per il resto, i contatti con i vertici sono sempre difficili. Alcuni hanno un filo diretto quotidiano, quelli che fanno parte della cerchia ristretta, altri invece sono più emarginati». 

Quindi non le hanno scritto nulla nemmeno dopo la sua decisione di lasciare il Movimento? 
«Ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà da parte di alcuni consiglieri comunali di piccole città. Dai big nessun segnale. E ciò che forse mi è dispiaciuto di più è che nemmeno i miei ex colleghi del Parlamento europeo si siano fatti avanti. Nessun messaggio, tutti in silenzio». 

La base però non le ha risparmiato gli insulti.
«Sono andati avanti tutta la notte. Me l’aspettavo, anche se alcuni si sono spinti davvero oltre. Proprio ora mi è arrivato un messaggio in cui mi augurano di spendere in medicine, per me e per la mia famiglia, i soldi che guadagnerei. Sotto una foto della mia famiglia uno ha scritto che i miei figli devono vergognarsi di avere me come padre». 
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A proposito di soldi, è da ieri che si parla di una penale da 250mila euro da versare. 
«È vero, ho firmato una specie di contratto o accordo che prevede questa penale. Ma il contratto l’ho firmato con un altro Movimento, non questo. Oggi sono venuti a mancare tutti quei principi che mi avevano convinto a candidarmi con loro. Di certo non sono io quello che non ha rispettato i suoi impegni. Non mi sono ancora informato con gli avvocati ma in ogni caso è questione che non mi preoccupa». 

E alla base come risponde? 
«Dentro al Movimento Cinque Stelle c’è un malcontento enorme, molto più di grande di quello che appare all’esterno. Non si può continuare a fare finta di nulla. E’ necessaria una svolta, reagire in un modo forte. La mia scelta è un segnale che ho voluto dare. Serve un confronto serio a livello nazionale. Finora quel confronto non hanno voluto farlo». 

Molti dicono che avrebbe dovuto dimettersi, invece di lasciare solo il gruppo. 
«Sono due anni che lavoro all’Europarlamento, portando avanti diverse battaglie. Continuerò a farlo per ottenere risultati utili a tutti i cittadini, non solo a chi ha votato il Movimento cinque stelle. Lo farò tra i Verdi, il gruppo che è sempre stato più vicino alle nostre visioni politiche».