A urne chiuse, il sondaggio Demopolis mostra l'accentuarsi di una tendenza che già in passato aveva caratterizzato il voto locale: per il 64 per cento dei votanti la scelta è stata dettata solamente dal singolo candidato sindaco o consigliere e non dal Partito di appartenenza. E conferma che è l'astensionismo il vero vincitore di questa tornata elettorale

A due giorni dai ballottaggi, con un risultato che mostra un centrodestra in forte rimonta quasi ovunque rispetto alle precedenti amministrative, il voto delle città pesa sullo scenario politico.

Per un terzo degli italiani, infatti, acquista una chiara valenza nazionale; per il 40 per cento la assume solo in parte. Per poco più di un quinto dei cittadini, invece, si è trattato soltanto di competizioni locali alle quali non è possibile attribuire significati più generali. E' uno dei dati che emerge dallo studio sull'ultima tornata delle amministrative, condotto dall’Istituto Demopolis.
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“L’analisi – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – conferma il rafforzamento di una tendenza che appare sempre più netta: ad incidere maggiormente sul voto degli elettori nei due turni dell’11 e 25 giugno è stata, per il 64 per cento, la scelta del candidato Sindaco (o consigliere). Soltanto il 36 per cento, poco più di un terzo degli elettori intervistati, ha votato in base alla propria appartenenza di partito”.

Secondo i dati raccolti dall'Istituto, dunque, ciò che in larga parte ha mosso i votanti in questa elezione è stata la conoscenza (diretta o meno) del candidato in questione e non il senso di appartenenza ad un partito o movimento. Questo al netto dell'alta percentuale di astensione registrata in entrambi i turni di queste amministrative.
Alla chiusura dei seggi, domenica sera, aveva votato il 46,03 per cento degli elettori, meno di un cittadino su due. Secondo i dati del Viminale dunque, il temuto crollo dei ballottaggi si è registrato, con un dato inferiore di dodici punti percentuali rispetto al primo turno. Domenica 11 giugno infatti, si era recato alle urne il 58,66 per cento degli aventi diritto.

Risultati Amministrative

Dei 160 Comuni chiamati al voto, il Centrosinistra ne conquista 55. In questa tornata elettorale però perde molti dei capoluoghi di provincia e regione: il Partito Democratico riesce a sfondare solamente in sei città (Palermo, Taranto, Lucca, Lecce, Cuneo e Padova). Il centrodestra affronta la tornata elettorale con una coalizione formata da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia e questo risulta vincente. Lo schieramento definito “a trazione leghista”, infatti, passa dai 34 comuni conquistati nel 2012 ai 47 attuali.

A pesare maggiormente è il risultato di Genova, un tempo baluardo della Sinistra: il candidato di Toti e della Lega Nord, Marco Bucci, espugna “la Città Rossa”, diventando sindaco col 55 per cento. Crivello, candidato del centrosinistra, è rimasto fermo al 44.

A L'Aquila si chiude definitivamente l'era Cialente. Il 'sindaco delle ricostruzione', del Partito Democratico, dopo dieci anni di governo cittadino lascia il posto al candidato di Fratelli d'Italia Pierluigi Biondi. Sotto di 12 punti al primo turno rispetto allo sfidante e super favorito Americo Di Benedetto, ha conquistato al ballottaggio la poltrona da primo cittadino con il 53 per cento dei voti.

I Cinque Stelle conquistano otto comuni, quando nel 2012 ne avevano soltanto due. Risultato deludente, se si pensa alla recente vittoria schiacciante di Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino.


Approfondimenti e nota informativa su: www.demopolis.it