Il suo possibile successo dipenderà da molti fattori, comprese le opportunità offerte dal calendario europeo

L’elezione di Macron ha risvegliato molte speranze per l’Europa, ma il suo possibile successo dipenderà da molti fattori, comprese le opportunità offerte dal calendario europeo. Vediamo dunque quale road map lo aspetta.

1) Integrazione della Difesa
?Il primo appuntamento riguarda la definizione entro l’autunno degli obiettivi della cooperazione strutturata permanente sulla difesa e dei criteri in termini di capacità per aderirvi. È la prima volta dal 1954 che si parla di integrazione della difesa, dove la Francia è leader in quanto potenza nucleare e membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Difficilmente si faranno passi epocali, ma daranno una direzione. Sarebbe utile una clausola evolutiva rispetto ?agli obiettivi, per non depotenziare lo strumento della cooperazione strutturata permanente con cui si potrebbe costruire progressivamente una difesa europea. E sarà importante per l’Italia parteciparvi.

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2) Procura Ue anti terrorismo 
La Francia è stato il Paese europeo più colpito dal terrorismo. Proponendo una procura antiterrorismo e un’intelligence europea Macron darebbe concretezza all’idea di un’Ue che protegge i cittadini. E una posizione avanzata su ripartizione dei migranti e controllo delle frontiere esterne salderebbe un forte accordo con Italia e Germania.

3) Riforma dell’Eurozona
Iniziative ambiziose su difesa e sicurezza lo rafforzerebbero in vista del dossier cruciale: il completamento dell’Unione Economica e Monetaria, la riforma dell’Eurozona. La chiedono la Banca Centrale, la Commissione e il Parlamento europeo, così come l’Italia, la Spagna e la Grecia. Ora è annunciata una proposta comune franco-tedesca. Prima delle elezioni di settembre difficilmente la cancelliera Merkel farà concessioni. Meglio quindi definire prima le proposte sulla difesa. Migliore sarà il risultato elettorale della Spd più la linea tedesca si avvicinerà a quella francese e italiana. La Bce e la Commissione spingono per la riforma. Di fronte a proposte franco-tedesche ambiziose, il Parlamento europeo potrebbe trasformare i suoi Rapporti in una proposta formale di riforma dei Trattati volta a creare un bilancio, una capacità fiscale e di prestito dell’Eurozona, e a comunitarizzare ?il Meccanismo Europeo di Stabilità trasformandolo nel pilastro mancante dell’unione bancaria. Il tutto affidato ?a un Ministro del Tesoro europeo, che sia anche ?Vice-Presidente della Commissione e presidente dell’Eurogruppo, responsabile di fronte al Parlamento.

4) Riforma dei Trattati 
Se questi obiettivi vengono raggiunti, si potrebbe allora avere una Convenzione di riforma dei Trattati da chiudersi entro le elezioni europee del 2019. Sarebbe un passo forse decisivo verso un governo federale, necessario per lanciare un piano ?di investimenti per sostenere crescita, occupazione e transizione ecologica, per favorire la convergenza dentro l’eurozona, e cui poi attribuire la politica estera ?e di sicurezza, delle migrazioni e la difesa.

5) Alleanze plurali
?Il successo di Macron dipenderà infine dal costruire alleanze oltre l’asse franco-tedesco, che dà un ruolo centrale alla Francia, ma la lascia sola nella trattativa iniziale con la Germania. La Spagna in ripresa può aiutarlo. Un’Italia con una buona finanziaria e una legge elettorale in grado di darle stabilità politica ancora di più. Una finanziaria italiana credibile aiuterebbe il tentativo di Macron di riformare l’Ue. Una finanziaria elettorale o, peggio, un esercizio provvisorio ?con elezioni anticipate, provocherebbe una crisi finanziaria gravissima e renderebbero tutto difficile.

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