
Interpellato sul tema, Mascetti nei giorni scorsi ha smentito di essere mai stato coinvolto in quella opaca trattativa e per l’occasione si è cucito addosso un ritratto in chiave decisamente minimalista. «Sono un avvocato che si occupa di diritto societario e amministrativo», ha spiegato. Modesto. Troppo modesto. Le uscite sui giornali, insolite per un professionista abituato a lavorare lontano dai riflettori, servono ad allontanare le ombre russe che minacciano una carriera sin qui ricca di soddisfazioni, in una girandola di nomine e poltrone.
La lunga rincorsa di Mascetti è infatti partita ai tempi della Lega padana e indipendentista. La sua affermazione definitiva è però molto più recente e risale a questi ultimi anni, quando nel partito si consolida l’asse tra il capopolo Salvini e Giancarlo Giorgetti, mediatore discreto con i piani alti della finanza e della grande industria nazionale. E così Mascetti, il legale che quasi un ventennio fa esordì come amministratore dell’azienda di trasporti del Comune di Varese, adesso può essere considerato un uomo chiave nella rete di potere leghista.
Le cronache di questi giorni hanno ricordato la presenza dell’avvocato nei consigli di amministrazione delle filiali di Banca Intesa a Lugano e a Mosca. E quest’ultimo incarico, citato espressamente nei colloqui registrati al Metropol, ha finito per alimentare i sospetti su un suo ruolo nell’intrigo internazionale in salsa sovranista. «Nessun ruolo», ha tagliato corto in un’intervista il diretto interessato: «Sono un amministratore indipendente e senza deleghe».
Per misurare l’effettiva caratura del professionista con targa della Lega non c’è bisogno, però, di varcare il confine. Basta dare un’occhiata nel cortile di casa, nel recinto tutt’altro che esotico della finanza nostrana. Si può cominciare, per esempio, dal recente ingresso di Mascetti (aprile scorso) nel consiglio di amministrazione di Italgas, società quotata in Borsa a controllo pubblico. Qui, a dire il vero, il partito di Salvini non è direttamente coinvolto, visto che l’avvocato varesino è stato inserito nella lista di amministratori presentata dai fondi d’investimento, in qualità di azionisti di minoranza. La vicenda ha però comunque creato un certo sconcerto tra gli analisti finanziari. Non capita tutti i giorni che i soci istituzionali di un’azienda pubblica si facciano rappresentare, come consigliere indipendente, da un professionista che milita in un partito di governo. Su questa vicenda L’Espresso ha interpellato via mail lo stesso Mascetti, che tramite un suo legale, senza rispondere nel merito, ha tra l’altro definito «risibili» i nostri quesiti.
Pochi giorni dopo l’esordio in Italgas, Mascetti si è aggiudicato un altro incarico di peso, questa volta ai piani alti di un ente come la Fondazione Cariplo, un colosso che oltre a controllare una quota strategica nel capitale di Intesa, la prima banca italiana, gestisce un patrimonio di oltre 7 miliardi di euro che ogni anno finanzia centinaia di iniziative in Lombardia. In altre parole, Cariplo è uno snodo cruciale del capitalismo tricolore. Ebbene, nella tornata di nomine che a maggio ha visto l’uscita di scena dell’ottuagenario presidente Giuseppe Guzzetti, è arrivata la conferma di Mascetti nella Commissione centrale di beneficenza (Ccb). Da sempre spetta alla politica decidere arrivi e partenze nel principale organo di governo della Fondazione, incaricato di delineare le strategie dell’ente. E in questo caso è stata la Regione Lombardia a sponsorizzare il professionista varesino che già nel 2013 era stato nominato tra i 40 componenti della Ccb, ora ridotti a 28. Il via libera definitivo è quindi arrivato dalla giunta presieduta dal governatore Attilio Fontana, già sindaco di Varese, che conosce bene Mascetti. Quest’ultimo, assistito proprio da Fontana, una dozzina di anni fa portò in tribunale Michele Santoro, vincendo una causa per diffamazione contro il popolare conduttore televisivo. Più di recente, quando il politico varesino è approdato al vertice della Lombardia, l’amico, collega e concittadino del governatore ha siglato un contratto di consulenza con la Regione in qualità di esperto per gli “affari legali e istituzionali”. Compenso: 50 mila euro annui. Risale all’estate scorsa, invece, la conferma di Mascetti nel consiglio di Nord Energia, la società del gruppo Ferrovie Nord, a controllo regionale.
L’asse con Fontana, solidissimo da anni, ha resistito anche nei tempi bui della guerra intestina alla Lega, dell’assalto al cerchio magico di un Bossi indebolito prima dalla malattia e poi dalle inchieste giudiziarie sulla gestione dei fondi del partito. All’epoca, i fedelissimi del segretario tentarono di isolare Mascetti e il suo centro studi “Terra Insubre”. Venne addirittura fatto divieto ai militanti leghisti di partecipare alle iniziative dell’associazione varesina che promuove lo studio e la promozione dell’identità celtica delle terra a cavallo tra la Lombardia e la Svizzera.
Acqua passata. L’arrivo di Salvini ha fatto piazza pulita nel movimento, inaugurando la nuova linea politica sovranista. E Mascetti, come del resto Fontana, non si è fatto trovare impreparato. Terra Insubre, in passato più incline a promuovere le radici germaniche della cultura lombarda, ha prontamente scoperto la Grande Madre Russia. Ed ecco che, per esempio, nel maggio dell’anno scorso è sbarcato a Varese lo scrittore Eduard Limonov, che in una conferenza organizzata proprio dall’associazione fondata da Mascetti ha confermato la sua fama di ultrà definendo Vladimir Putin «un moderato» che dovrebbe agire con molta più decisione per separare l’Europa dagli Stati Uniti, definito un Paese «pericoloso e senza democrazia».
Risalgono al 2015, in piena era Salvini, anche gli incarichi del professionista varesino nel consiglio di Intesa a Lugano e a Mosca. Formalmente queste nomine vengono decise dall’istituto di credito. È facile immaginare, però, che all’epoca abbia avuto un ruolo anche il potente numero uno di Cariplo, Guzzetti, grande azionista di Intesa e anche in ottimi rapporti con Giorgetti. Nei giorni scorsi Mascetti ha spiegato di essere stato chiamato, a Mosca come a Lugano, per le sue competenze in fatto di compliance, cioè delle normative e delle procedure che regolano le attività aziendali. E in questa veste, in effetti, l’avvocato leghista ha ricevuto diversi incarichi negli ultimi anni. Nell’elenco compare anche quello nell’organismo di vigilanza di Accam, la società che si occupa di smaltimento rifiuti controllata da alcuni comuni a Nord di Milano. È stata l’ex presidente di Accam, Laura Bordonaro, indagata nell’inchiesta della procura di Milano sulle nomine pilotate in Lombardia, a tirare in ballo Mascetti descritto in un interrogatorio reso ai magistrati come un collettore di fondi per il partito.
«Dichiarazioni per sentito dire senza riscontro nella realtà», si è difeso l’avvocato leghista. Aggiungendo di non avere incarichi di partito da anni e di essersi occupato, invece, di formazione culturale. Si torna così a Terra Insubre, che da più di vent’anni promuove studi e conferenze nel Nord della Lombardia e in Canton Ticino, dove pure il professionista varesino è ben conosciuto. E non solo per il suo incarico nella locale filiale di Intesa.
In Svizzera, nel piccolo centro di Minusio, Mascetti figura anche nel consiglio dell’Associazione Vela Days, che si occupa di organizzare l’omonima manifestazione velistica sul Lago Maggiore. Nel gruppo dei quattro amministratori compare anche Roger Etter, tra i promotori di Fratria, organizzazione dell’estrema destra sovranista con sede a Lugano. Nel 2015 Etter ha finito di scontare una pena di 11 anni di carcere per tentato omicidio e appropriazione indebita. L’Espresso ha chiesto a Mascetti quali siano i suoi rapporti con Etter. Risposta non pervenuta.