La richiesta, fatta insieme a Rete Italiana Pace e Disarmo, arriva dopo dell’inchiesta dell’Espresso sulla vendita di due fregate al regime di Al-Sisi
«Forte preoccupazione e richiesta urgente al Parlamento di esaminare con attenzione e manifestare pubblicamente il proprio parere». È la richiesta espressa nel comunicato stampa diramato da Amnesty International Italia e Rete italiana Pace e Disarmo
dopo l'inchiesta dell’Espresso sulla vendita di due navi militari, per un valore di 1,2 miliardi di euro, da parte del governo italiano all’Egitto di Al-Sisi.
Alla base dell’appello rivolto al Governo dalle due organizzazioni di «rivedere questa decisione illegale e pericolosa», ci sono le rivelazioni portate alla luce da una recente inchiesta del nostro giornale che evidenzia, tra le altre cose, come la cessione delle due navi militari all’Egitto sia avvenuta senza previa consultazione del Parlamento, indispensabile nel caso di vendite e trasferimenti di armi a Paesi che non rispettino i diritti umani, che sono protagonisti di un conflitto o che aggirano gli embarghi internazionali ai sensi della legge n.180 del 1990. La vendita di armi all’Egitto appare ancora più problematica, come sottolineato nel documento, alla luce della perdurante assenza di cooperazione giudiziaria da parte del Governo di Al-Sisi sul caso Regeni e su quello Patrick Zaki, «la cui detenzione arbitraria e illegale» - si legge nel comunicato- «è stata di nuovo rinnovata per ulteriori 45 giorni lo scorso 7 ottobre». Una campagna, quella di #StopArmiEgitto, che vede impegnata da tempo Amnesty International e che, alla luce delle ultime rivelazioni, appare quanto mai necessaria e con la quale si intende ricordare al Governo «di attenersi allo spirito ed alla lettera delle norme nazionali e internazionali, impedendo quindi la vendita di materiali di armamento all'Egitto».