Il governo invia Piero Martino, consigliere e fedelissimo del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a occuparsi dei rapporti con la stampa del commissario all'emergenza. Che ora deve gestire la questione vaccini

Domenico Arcuri fa cose, più volte al giorno, sempre di più, è un genere letterario della pandemia. Adesso ne fa una di meno: comunicare. Il governo ha inviato Pierdomenico detto Piero Martino in quel gigantesco centro di spesa che si chiama struttura del commissario all’emergenza. Già portavoce di Dario Franceschini e capo ufficio stampa del Pd nonché deputato per due legislature, Martino sarà il responsabile per i rapporti con i media di Arcuri commissario. 
Piero Martino

In questi mesi, fra innovativi banchi con le rotelle e miliardi di mascherine chirurgiche, del lavoro di Arcuri ha parlato Arcuri o il gruppo di Invitalia che da tredici anni lavora con l'amministratore delegato Arcuri. Quando la pandemia era un inno alla panificazione e portava addirittura facile consenso al premier e di riflesso ai ministri, lo scorso aprile, Giuseppe Conte scelse l'unico manager di sua fiducia - Arcuri per l’appunto – per gestire la pandemia da Palazzo Chigi.

Tant'è che sin da allora si esalta la squadra a costo zero e il doppio, triplo, quadruplo sforzo di Arcuri. Adesso che l'Italia non dà più buoni consigli al mondo e sta per scatenarsi la guerra mondiale dei vaccini, e occhio che qui si rischia il cattivo esempio, il governo – non Conte, che è un'altra cosa – ha deciso di mandare un comunicatore dal commissario.

Non un comunicatore qualsiasi, ma un giornalista-politico che, dopo un periodo a sinistra in Mdp/Leu, fino a qualche giorno fa era consigliere del ministro Dario Franceschini, il segretario di fatto del Pd. Un bel banco di prova. Con o senza rotelle.