Il candidato e già vicepresidente durante l'aministrazione di Barack Obama è riuscito a battere l'uscente Donald Trump, dopo uno spoglio durato giorni

Joe Biden è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Dopo tre giorni dall’election day e un iniziale vantaggio di Donald Trump, il Democratico è riuscito a ribaltare la situazione. Dalla vittoria in Michigan e Wisconsin, due degli swing states di questa lunga corsa elettorale, le probabilità che Joe Biden raggiungesse i grandi elettori necessari alla vittoria, 270, si sono fatte sempre più concrete. Negli ultimi giorni il vantaggio in Georgia, Nevada e Pennsylvania è aumentato sempre di più, portando i maggiori network statunitensi a parlare di Biden “close to victory” man mano che gli Stati scrutinavano i voti. Trump ha fatto sapere che non ha intenzione di cedere e riconoscere la vittoria del Democratico.

La Pennsylvania si è accesa di blu dopo che Biden ha superato lo stretto margine che per giorni lo ha separato dal candidato Repubblicano. Qui, dove Trump diceva di aver vinto fin dal primo discorso dopo l’election day, il Democratico era indietro di 20mila voti con 150 mila schede ancora in ballo. Di queste molte sono arrivate da aree prevalentemente democratiche, come Philadelphia e Pittsburgh: come previsto dai maggiori network, Biden non solo ha recuperato il distacco da Trump, ma l’ha superato e di molto. Con la Pennsylvania Biden ha potuto conquistare i 20 grandi elettori messi in palio dallo stato nel nord-est degli Stati Uniti, che come preannunciato sarebbe stato tra gli swing states del Midwest che avrebbero fatto la differenza. Il vantaggio di Biden è aumentato fino a raggiungere 30mila voti. Secondo le proiezioni di Ap, Cnn, Msnbc, ha vinto in Pennsylvania e quindi sale a quota 273 voti elettorali.

Quando il 6 novembre lo scarto tra i due candidati in Georgia, stato che mette in palio 16 grandi elettori, si è abbassato a poche centinaia di voti, con il vantaggio di Trump che si accorciava di ora in ora, per molti americani era notte fonda. E quando Biden è passato in vantaggio con 917 voti in più del Repubblicano, erano da poco passate le 4 di notte in Georgia. Da lì in avanti il vantaggio è cresciuto col passare delle ore, raggiungendo quota 5mila voti. Per via di questo scarto, che rimane sotto la soglia dello 0,5%, il segretario di Stato Brad Raffensperger ha annunciato un riconteggio dei voti. Si tratta di una pratica comunque prevista, visto il margine di poche migliaia di voti, che di solito ne sposta poche centinaia e non cambia il risultato finale.

Lo Stato, che conta oltre 9 milioni di abitanti e si trova nella zona sudorientale degli Stati Uniti, è rimasto una roccaforte repubblicana per decenni. L’ultimo Democratico a conquistarla è stato Bill Clinton nel 1992: vinse con un margine dello 0,59% dallo sfidante George H. W. Bush, l’ultimo Presidente degli Stati Uniti a non essere rieletto per un secondo mandato. Perse la Georgia per 13mila voti. Nel 2016 Donald Trump era riuscito a conquistarla con 200mila voti in più della Democratica Hillary Clinton, proprio la moglie dell’uomo che riuscì nell’impresa di sottrarre lo Stato ai Repubblicani.

In Arizona, dove Biden era il favorito ed è rimasto in vantaggio per giorni, Trump ha diminuito lo scarto che lo separava dallo sfidante man mano che avanzavano gli scrutini, tanto da portare John King della Cnn a definirla una “opportunità” per il tycoon. Era stata Fox News, tv conservatrice statunitense, la prima ad assegnare a Biden la vittoria in questo Stato. Il vantaggio che Trump doveva recuperare era di oltre 40mila voti.

In Nevada, che conta 6 grandi elettori, il vantaggio di Biden è cresciuto ad ogni aggiornamento. La fine del conteggio dei voti però è prevista entro la fine del weekend. Tra gli stati in bilico rimane comunque quello con uno scarto maggiore. La North Carolina probabilmente andrà a Donald Trump, ma lo scrutinio durerà ancora parecchi giorni perché si dovranno attendere i voti per posta che arriveranno entro giovedì prossimo. Stessa situazione in Alaska.

Intorno a mezzanotte, ora americana, Joe Biden ha parlato di nuovo da Wilmington, nel Delaware, dove vive con la moglie Jil: "Non abbiamo ancora una dichiarazione finale di vittoria, ma i numeri ci dicono che è chiaro: vinceremo questa gara” ha dichiarato dal palco, con Kamala Harris al suo fianco.
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L’ultima apparizione di Trump risale al 5 novembre, quando dalla Casa Bianca aveva accusato i Democratici di truccare le elezioni, affermando che “Se teniamo conto solo dei voti legali, ho vinto”. A quel punto la diretta del discorso è stata sospesa dal network tv che comprende i canali americani Abc, Cbs e Msnbc, che si sono rifiutati di mandare in onda altre falsità. Come nei giorni precedenti, Trump aveva ripetuto che il risultato elettorale sarebbe finito alla Corte Suprema, attaccando il processo di conteggio dei voti in alcuni degli stati in cui inizialmente sembrava in vantaggio. Non criticato, invece, lo stesso processo in nessuno degli stati vinti dal Repubblicano. Due giorni fa i canali del suo ex capo della campagna elettorale del 2016, Steve Bannon, sono stati sospesi da Twitter e YouTube perché ieri, nel suo programma online e podcast “War Room: Pandemic”, aveva detto che gli sarebbe piaciuto esporre su dei pali intorno alla Casa Bianca le teste dell’epidemiologo Anthony Fauci e del capo dell’Fbi, Christopher Wray. Secondo il conduttore sarebbe un ottimo monito per i "burocrati federali".

Prima di Trump lo sfidante Biden aveva dichiarato, sempre da Wilmington, “È la volontà degli elettori e di nessun altro a scegliere il Presidente degli Stati Uniti, quindi ogni voto deve essere contato”, invitando la nazione a mantenere la calma e dicendo che a volte la democrazia richiede un po’ di pazienza. “Count every vote” è lo slogan dei manifestanti che nei giorni scorsi hanno marciato a Minneapolis, New York e in altre città dell’America a favore dei conteggi delle schede elettorali, mentre alcuni sostenitori di Trump si sono riuniti a Phoenix, in Arizona, uno degli stati in bilico di queste elezioni.

Nei giorni scorsi Biden era stato molto cauto, a differenza del suo avversario, dicendo di avere “ottime chance di vincere”. Il candidato Democratico aveva già battuto il record di Obama, che nel 2008 aveva conquistato 69 milioni 498mila voti popolari, ma la cifra continua a salire. Biden, con i suoi attuali (perché nei prossimi giorni potrebbero ancora aumentare) 74milioni e 400mila, diventa così il candidato che ha ricevuto più voti per la presidenza di qualsiasi altro nella storia delle elezioni americane. Inoltre i democratici hanno vinto il voto popolare in sette delle ultime 8 elezioni presidenziali (dal 1992 ad oggi, escluse quelle del 2004, in cui George W. Bush conquistò più voti popolari dell’avversario John Kerry), nonostante poi non abbiano sempre governato alla Casa Bianca.