Nell’operazione Conad-Auchan, Raffaele Mincione chiama l’ex Enasarco Carlo Felice Maggi

Spunta un nome a sorpresa nelle carte dell’operazione Conad-Auchan. È quello di Carlo Felice Maggi, commercialista e manager di lungo corso salito alla ribalta delle cronache qualche anno fa come direttore generale di Enasarco, il fondo pensione degli agenti di commercio con sette miliardi di patrimonio. Ai tempi del suo incarico al vertice dell’ente previdenziale, Maggi aveva avuto rapporti d’affari con il finanziere Raffaele Mincione e ora lo ritroviamo come amministratore nelle società di Conad, partecipate al 49 per cento dallo stesso Mincione, che hanno rilevato le attività italiane di Auchan.


Otto anni fa la rotta di Mincione aveva incrociato quella di Maggi in occasione di alcune controverse operazioni finanziarie varate da Enasarco. Le cronache del tempo raccontano che a novembre del 2012, per motivi di salute, Maggi aveva abbandonato la poltrona di vertice del fondo pensione inseguito dalle polemiche per via di alcuni investimenti, transitati anche dal Lussemburgo, rivelatisi ad alto rischio. Tra gli affari contestati c’era anche l’affidamento in gestione di una somma rilevante, circa 180 milioni, ad alcuni veicoli societari con base nel Granducato riconducibili proprio a Mincione. Parte di quel denaro era andato a finanziare il rastrellamento in Borsa di titoli della Popolare di Milano e del Monte dei Paschi.


Ebbene, a otto anni di distanza da quelle vicende al centro di numerose contestazioni, il nome di Maggi torna di nuovo alla ribalta associato a quello del finanziere che ora si è alleato con Conad per l’operazione Auchan.


Raggiunto da L’Espresso, Maggi ha dichiarato di non avere «nessun rapporto personale con Mincione». Secondo il suo racconto, il coinvolgimento nell’acquisizione di Auchan sarebbe nato in seguito alla sua esperienza in Tas, un’azienda che produce software, quotata in Borsa, di cui Maggi è vicepresidente. Anche Tas porta a Mincione, che è uno degli azionisti principali della società. «Nel corso degli anni mi sono specializzato nel risanamento di aziende», spiega l’ex direttore di Enasarco, «e il mio lavoro su Tas mi ha messo in contatto con i manager del gruppo di Mincione». Ecco perché, conclude, «mi è stato proposto di dare un contributo» alla ristrutturazione delle attività di Auchan passate a Conad.


Tutto parte da Tas, quindi. Mentre le vicende di Enasarco, di cui Maggi dice di non ricordare quali fossero le somme in gioco, sarebbero ormai acqua passata. Non del tutto, a dire il vero. È arrivata al secondo grado, infatti, la causa civile promossa dall’ente previdenziale contro l’ex direttore generale per i danni causati al fondo da un’operazione finanziaria che coinvolgeva la Lehman brothers, la banca d’affari Usa fallita. In primo grado Maggi è stato condannato. Gli affari con Mincione avevano invece portato Enasarco a diventare indirettamente azionista della Popolare di Milano. Salvo poi fare marcia indietro, sciogliendo ogni vincolo con il finanziere italiano. Ma a quel punto Maggi era già uscito di scena. 

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