Innovazione
15 luglio, 2025È bravo nei trasporti, perché non testarlo anche per lo Spazio? Sarà stata questa la ratio con cui Trump ha annunciato che il già Segretario dei Trasporti assumerà la guida "ad interim" di una Nasa alle prese con pesanti tagli di bilancio e ricerca scientifica da valorizzare
Disintermediando i canali ufficiali, Trump ha diffuso la notizia con un post notturno sul suo social Truth. Bisognava fare qualcosa, dopo aver rispedito al mittente Jared Isaacman, miliardario della cerchia di Elon Musk e "scartato" a pochi giorni dalla votazione del Senato. Nel suo post Trump ha lodato Duffy per il “lavoro straordinario” svolto al dipartimento dei Trasporti, sottolineando i progressi nella modernizzazione del controllo del traffico aereo e nella ricostruzione delle infrastrutture nazionali. “Sarà un leader fantastico per la nostra importantissima agenzia spaziale, anche se solo per un periodo limitato”, ha scritto il presidente.
Il problema del bilancio
Il bilancio federale impone alla Nasa un taglio importante, che potrebbe ricadere su diverse attività fra cui la missione lunare Artemis. Ed ecco che arriva la ‘controproposta’ della Camera dei Rappresentanti degli Usa per l’anno fiscale 2026: 24,8 miliardi di dollari rispetto ai 21 stanziati dalla Casa Bianca che segna un netto -24% sul budget 2024 di 28 mld. In pratica si avrebbe un taglio del 50% dei fondi destinati alle missioni scientifiche, con 40 progetti scientifici a rischio e circa 2.000 dipendenti che potrebbero perdere il lavoro entro la fine di settembre.
La Camera propone una visione opposta rispetto all’amministrazione Trump, dando priorità alla stabilità dei programmi esistenti. Un ‘atto di resistenza politica’ che rifiuta i tagli proposti dal governo e punta a rilanciare il ruolo strategico della NASA. La proposta della Camera prevede 2,9 miliardi di dollari destinati ad Artemis - inclusi i contratti per lo sviluppo dei lander e della stazione orbitale lunare Lunar Gateway - che vede l’Italia attivamente coinvolta nella realizzazione. La posizione della Camera rappresenta un segnale forte contro la linea di austerità proposta dall’esecutivo. Non è un caso che il senatore Ted Cruz abbia inserito 10 miliardi di dollari aggiuntivi per la Nasa nella legge di riconciliazione del bilancio 2025, da spendere entro il 2032.
Una nave senza comandante
Data la posta in gioco, si è reso necessario trovare un nuovo Amministratore per gli affari spaziali americani. E la scelta è caduta su Duffy e sul suo Curriculum vitae variegato: ex concorrente dei reality show MTV, Duffy ha avuto un percorso politico atipico. Procuratore distrettuale in Wisconsin è stato poi eletto al Congresso, dove ha servito per quasi un decennio come rappresentante repubblicano. Nel 2024 arriva la nomina a Segretario dei Trasporti, incarico che si affianca a suo impegno in NASA. Si è detto: “Onorato di accettare questa missione. È il momento di conquistare lo spazio. Decolliamo”, ha scritto su X, usando un tono con un retrogusto da campagna elettorale, più che da amministratore tecnico.
Musk sta a guardare
La nomina di Duffy entra a pieno titolo nello scontro Trump-Musk tanto che siamo di fronte forse ad un gesto politico più che a una scelta tecnica. La guida temporanea di Duffy arriva in un momento critico per la Nasa e il ruolo del ‘capo’– anche se ad interim – non è simbolico. Il contesto richiede decisioni strategiche rapide, negoziazioni efficaci con il Congresso e un’elevata competenza tecnica per gestire un’agenzia da 25 miliardi di dollari annui. Fino ad oggi gli Amministratori della Nasa erano stati selezionati tra scienziati, ingegneri o esperti di politiche pubbliche. Ma Trump ci ha già abituati alle scelte "fatte sulla fiducia".
I capitali privati
La nomina di Sean Duffy impone una riflessione sul ruolo dei capitali privati – quelli di Musk in testa – che hanno rivoluzionato il settore spaziale negli ultimi anni. L’Agenzia si trova nel mezzo di un periodo di potenziale incertezza gestionale, proprio mentre dovrebbe affrontare le sfide cruciali dell’esplorazione lunare e marziana, della riduzione della forza lavoro e della ridefinizione delle priorità scientifiche. Il rischio è che, in nome della centralizzazione politica, la Nasa sia stata privata di una guida tecnico-scientifica competente, compromettendo la sua capacità di pianificare e operare in uno dei momenti più turbolenti della storia recente. Staremo a vedere se il Maga – Make America Great Again – passa dallo Spazio, oppure no.
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