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16 luglio, 2025Il Consiglio Affari esteri si è espresso contro il documento dell'Alta rappresentante Kallas per frenare gli israeliani, tra cui lo stop all'accordo di Associazione. Amnesty: "Tradimento crudele e illegale, uno dei momenti più vergognosi della storia dell'Unione europea"
Per ora rimarrà tutto uguale a prima. L’Unione europea ha deciso di non sospendere l’accordo di Associazione con Israele, nonostante le forti pressioni degli ultimi mesi affinché anche Bruxelles mandi un segnale forte e il governo di Benjamin Netanyahu fermi le violenze a Gaza e in Cisgiordania. Per ora, però, a parte qualche isolata presa di posizione, l’Ue ha scelto di mantenere intatti i suoi rapporti con Tel Aviv.
Non passa la proposta di Kallas
Nel Consiglio affari esteri che si è svolto ieri – 15 luglio – non è passata la proposta dell’Alta rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, di adottare un documento con dieci opzioni per delle azioni contro Israele, tra cui lo stop all’accordo di Associazione. Nessuna delle risposte proposte – dall’embargo sulle armi alle sanzioni dirette contro i ministri, dalla sospensione dei rapporti commerciali e/o di ricerca fino al divieto di commercio con gli insediamenti israeliani – ha ottenuto il via libera dalla riunione dei 27 ministri degli Esteri. Anche perché, in questo caso sarebbe servita l’unanimità. E tra i Paesi che si sono opposti c’è stata anche l’Italia. L’esito era così scontato che il capo della diplomazia di Tel Aviv, Gideon Sa’ar, lasciando Bruxelles, dove era per la riunione ministeriale Ue-Paesi del Mediterraneo meridionale, si era detto “certo” che i 27 ministri non avrebbero sospeso l’accordo: così è stato.
"Continueremo a monitorare"
A conclusione del Consiglio Affari esteri, Kallas ha assicurato che Bruxelles “continuerà a monitorare la situazione degli aiuti umanitari ogni due settimane” e che rimangono sul tavolo tutte le contromisure: “Manterremo aperte tutte le opzioni e saremo pronti ad agire se Israele non rispetterà i suoi impegni”, ha dichiarato al termine della riunione il capo della diplomazia europea. “L’obiettivo non è punire Israele, è migliorare realmente la situazione a Gaza”, ha concluso, sottolineando con un pizzico di ottimismo i “segnali positivi” che arrivano dalla Striscia, dopo che l’Ue ha raggiunto con lo Stato ebraico “un’intesa per l’espansione degli aiuti umanitari”. Anche se, come ammettono dalla stessa Commissione europea, per ora non sta portando risultati tangibili: “Le nostre richieste erano molto chiare: numero di camion, punto di ingresso, punti di attraversamento, carburante, ecc. Abbiamo presentato queste proposte, che sono state accettate dalle autorità israeliane. Adesso, cinque giorni dopo, la situazione è che l'accordo è lontano dall'essere pienamente attuato", ha affermato la commissaria per la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib.
La denuncia di Amntesty
Associazioni e organizzazioni non governative protestano per il mancato stop all’accordo di Associazione con Israele. “Il rifiuto dell'Unione europea di sospendere il suo accordo con Israele è un tradimento crudele e illegale della visione e del progetto europei, fondati sul rispetto del diritto internazionale e sulla lotta contro le pratiche autoritarie, delle stesse regole dell’Unione europea e dei diritti umani dei palestinesi. Ciò verrà ricordato come uno dei momenti più vergognosi nella storia dell’Unione europea”, ha denunciato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. "Qui siamo oltre la codardia politica. Ogni volta che l'Unione europea non agisce, il rischio di complicità nelle azioni di Israele cresce. Si invia così un messaggio estremamente pericoloso agli autori di crimini atroci: non solo resteranno impuniti, ma verranno premiati", ha aggiunto.
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