Alla fine dell'Ottocento il taglio dell'istmo di terra che divide Atlantico e Pacifico è un'impresa concepita per cambiare volto agli scambi commerciali. In pieno positivismo, il progresso della tecnologia sembrava già in grado di vincere ogni ostacolo della Natura. Le rocce che tenevano separati due oceani sarebbero state spazzate via dalla potenza delle macchine e del denaro necessario a costruirle.
Questo calcolo non peccava di arroganza salvo un particolare minimo: la presenza nella foresta centroamericana di un animale quasi invisibile ma appartenente alla specie più letale per l'uomo. Questo insetto avrebbe trasformato la cavalcata trionfale in un calvario.
Come per la malaria, il veicolo del contagio da febbre gialla è la zanzara, nelle varianti Aedes Aegypti e Haemagogus, che diffonde un virus della famiglia Flaviviridae a singolo filamento di Rna, con un genoma simile schematicamente al Cov-Sars-2.
L'infezione, dagli effetti simili ad altre portate dalla zanzara come zika, dengue e chikungunya, si presenta in forma grave nel 15% dei casi. La metà dei malati gravi muore in 7-10 giorni.
Il sogno della scorciatoia
L'avventura della costruzione del canale di Panama inizia a concretizzarsi nel 1876 quando la Società geografica di Parigi e la Società civile internazionale del canale interoceanico di Darién si affidano nelle mani ritenute sicure di Ferdinand de Lesseps, l'imprenditore e diplomatico che appena sette anni prima (1869) era riuscito a realizzare il canale di Suez su progetto dell'ingegnere italiano Luigi Negrelli.
Ma l'idea di aprire una varco fra Atlantico e Pacifico nella lingua di terra più stretta delle Americhe, l'istmo di Panama o Panamá nella pronuncia locale, è di poco successiva alle prime esplorazioni di Cristoforo Colombo e dei conquistadores spagnoli. All'inizio del Cinquecento viene costruita la strada detta Camino Real fra le cittadine di Panamá (Pacifico) e di Nombre de Dios (Atlantico).
Nel 1529 viene proposta per la prima volta l'escavazione di un canale che eviti alle navi di seguire la lunghissima rotta di Magellano con la circumnavigazione di Capo Horn in Patagonia.
Nel secolo successivo (1690) la Company of Scotland tenta di costituire una colonia nella provincia del Darién, al confine con l'attuale Colombia, con lo scopo di sfruttare l'istmo. Il tentativo si conclude in un disastro finanziario e politico che porta, nel 1707, ai due Acts of Union fra Inghilterra e Scozia e alla nascita del Regno Unito.
Da lì in avanti la zona diventa una terra di nessuno in mano ai pirati fino all'idea francese di replicare l'impresa ingegneristica egiziana in terra d'America.
Il progetto francese
Il 20 ottobre 1880 viene costituita la Compagnie universelle du canal interocéanique de Panama, presieduta da De Lesseps con un budget di 600 milioni di franchi da raccogliere attraverso successivi prestiti obbligazionari destinati a investitori istituzionali e piccoli risparmiatori.
La concessione francese è osteggiata dal governo statunitense che ritiene di avere voce in capitolo nell'istmo in applicazione della dottrina Monroe, il principio di supremazia continentale Usa definito circa mezzo secolo prima.
Politicamente Panama è una provincia colombiana dopo avere fatto parte della Grande Colombia di Simón Bolívar con gli attuali Venezuela ed Ecuador fino allo scioglimento nel 1880.
Washington non riesce a sfruttare la situazione perché negli Stati Uniti la situazione è resa instabile da un'elezione presidenziale fra le più incerte e contestate della storia. In più il vincitore, il repubblicano James Garfield, sarà assassinato dopo pochi mesi in carica alla Casa Bianca (settembre 1881).
I lavori del Canale iniziano il 10 gennaio 1881. A giugno del 1881 c'è il primo morto di febbre gialla. La diffusione dell'epidemia è molto rapida e già nel marzo 1882 a Colón, la cittadina di partenza dei cantieri sulla sponda atlantica, le suore di San Vincenzo attrezzano il primo ospedale dedicato a quello che in inglese è chiamato Yellow Jack.
Nella prima fase dell'epidemia i francesi commettono errori catastrofici che trasformano la febbre gialla in un morbo nosocomiale come il Covid-19.
Basandosi sulla teoria miasmatica, la stessa che tentava di spiegare malaria, colera e peste bubbonica con gli effluvi malsani, i primi reparti vengono riccamente addobbati di piante che, con il ristagno d'acqua da irrigazione, diventano vivai per le larve degli insetti. Le finestre degli stanzoni, tenute aperte con l'intenzione di garantire il ricambio dell'aria, favoriscono soltanto l'andirivieni delle zanzare che pungono i malati nel ricovero per poi uscire a diffondere il virus all'esterno.
Eppure proprio nel 1881 il medico cubano Carlos Finlay ha ipotizzato che la febbre gialla sia diffusa dalle zanzare. La sua scoperta rimane ai margini della profilassi di un morbo di difficile interpretazione e impossibile trattamento.
Champagne terapeutico
La malattia si presenta con dolori articolari e muscolari, mal di testa, febbre, vomito ed emorragie interne. Il tratto più caratteristico è il colorito giallognolo che fa pensare a un paziente colpito da itterizia. Il quadro sintomatologico è di difficile diagnosi perché si confonde con altre malattie come la leptospirosi, l'epatite virale e la malaria che, con l'anofele, è presente a Panama ma risulta meno letale.
I rimedi sono praticamente inesistenti. Ai malati è prescritto riposo a letto, anche perché non riuscirebbero a stare in piedi. Ai privilegiati viene somministrata la fenacetina, un antipiretico brevettato dalla Bayer nel 1887, e qualche sorso di champagne per contrastare la disidratazione. Chic ma poco efficace.
Il bilancio è pesantissimo. Nel periodo francese dei lavori (1881-1889) vengono colpiti dalla febbre gialla l'85% dei lavoratori impegnati nello scavo del Canale. I morti sono 22 mila e a questi si aggiungono 12 mila decessi fra la manodopera impegnata nella costruzione della ferrovia attraverso la giungla pluviale.
La Compagnie du Canal, di fronte al panico delle maestranze che fuggono dai cantieri al primo caso di contagio, cerca di rimediare migliorando le condizioni di lavoro durissime in un clima che alterna piogge torrenziali a caldo infernale. Il personale tecnico qualificato è accolto in casette di legno. Gli operai finiscono ammassati in tende ai bordi della giungla fra nugoli di zanzare.
La manodopera è composta soprattutto da afroamericani ingaggiati, se non si vuole dire deportati, dalle vicine isole del Caribe, le Indie occidentali. La maggior parte viene dalla Giamaica, colonia della corona britannica dove la schiavitù è stata abolita solo nel 1834 e sostituita dall'apprentice system, una schiavitù vagamente attenuata.
Ma la febbre gialla non condivide il classismo della Compagnie du Canal e infierisce a tutti i livelli.
Quando nel 1883 Jules Dingler (primo seduto da sinistra nella foto) accetta il posto di direttore generale della Compagnia e arriva a Panama con Charles de Lesseps, figlio del presidente, non immagina la tragedia personale che lo attende.
Nel 1884 perde prima la figlia, un mese dopo il fratello, poi il genero e, nel 1885, al picco dell'epidemia, la moglie.
Dingler rimane al suo posto e tenta di portare avanti l'opera, appesantita dai ritardi e dai carichi finanziari crescenti. Nel 1888 si inizia a introdurre il sistema di chiuse progettato da Gustave Eiffel che, l'anno prima, ha avviato in riva alla Senna la costruzione di una strana torre metallica che i parigini guardano con disgusto.
Ma l'avventura francese a Panama sta arrivando alla conclusione, insieme ai soldi dell'investimento che da 600 milioni di previsione sono più che raddoppiati (1,33 miliardi).
Il 4 febbraio 1889 il parlamento francese nega un ennesimo finanziamento. Nell'anno dell'Expo universale di Parigi, la Compagnie du Canal viene sciolta, messa in liquidazione e 85 mila risparmiatori mettono una croce sul loro investimento.
Il vecchio De Lesseps finisce sotto processo per corruzione e malversazione di fondi. Nel 1893 è condannato a cinque anni di prigione che non sconta perché ha già 89 anni. Vincitore a Suez e perdente a Panama, muore poco dopo nel 1894.
Le brigate di Roosevelt
Per quindici anni rimane tutto fermo. Gli Stati Uniti rafforzano il loro controllo sull'America centrale sconfiggendo la Spagna nella guerra del 1898, quando ai mille soldati Usa morti in combattimento se ne aggiungono cinquemila uccisi da Yellow Jack. Per un po' si parla di costruire un nuovo canale in Nicaragua ma la secessione degli indipendentisti di Panama dalla Colombia, fomentata dagli Stati Uniti, ripropone la soluzione percorsa dai francesi.
Il progetto e la concessione passano agli Usa guidati dal presidente Theodore Roosevelt.
Il 4 maggio 1904 i cantieri riaprono.
Nel frattempo, la teoria miasmatica è finita nella spazzatura della storia e il maggiore Walter Reed ha mostrato, servendosi di cavie umane, che sono le zanzare a diffondere il virus.
Gli Stati Uniti hanno già avuto in casa la febbre gialla. Fra il 1839 e il 1860 la malattia è stata endemica a New Orleans con 22 mila casi e centinaia di morti.
A Panama William Gorgas, chief sanitary officer, dichiara guerra all'Aedes Aegypti, all'Haemagogus e all'anofele. È una guerra di nome e di fatto. Le “Mosquito brigades” sono composte da quattromila sanificatori che rovesciano su larve e insetti 120 tonnellate di piretro, 300 tonnellate di zolfo, prosciugano le superfici allagate e, quando non è possibile, le cospargono di olio per impedire alle uova di schiudersi.
Solo per la messa in sicurezza dell'ambiente si spendono 20 milioni di dollari (576 milioni ai valori di oggi).
I risultati sono eccellenti. A novembre 1906 si conta l'ultimo morto di febbre gialla. Il canale viene aperto al traffico delle navi il 5 agosto 1914, otto giorni dopo la dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria al regno di Serbia che dà il via al primo conflitto mondiale.
La febbre gialla oggi
Diffusa tremila anni fa nelle foreste pluviali africane e passata in America con i conquistadores e gli schiavisti, la febbre gialla sarà bloccata dal vaccino nel biennio 1937-1939, dopo anni di ricerche dell'Institut Pasteur e di scienziati Usa finanziati dalla Rockefeller Foundation, la stessa che si impegna a debellare la malaria in Sardegna negli anni Cinquanta.
Il vaccino, prodotto con una versione indebolita del virus, è opera del medico sudafricano Max Theiler che nel 1951 riceve il premio Nobel.
Oggi la febbre gialla è ancora letale benché il vaccino nel 2016 si sia evoluto da una durata di dieci anni a una copertura a vita senza richiami. I dati Who-Oms del 2013 riferiscono di 200 mila casi nelle 47 nazioni (34 in Africa e 13 in Latinoamerica) dove ancora il contagio è endemico. I decessi sono valutati fra 29 mila e 60 mila all'anno.
Nel 2016, quando viene portato a termine il raddoppio del canale di Panama, l'Oms denuncia un'epidemia in Angola e nella Repubblica democratica del Congo con migliaia di casi. L'anno dopo è lanciato il programma Eye (eliminate yellow fever epidemics) strategy con la partecipazione dell'Unicef e di altri cinquanta partner privati.
Molto attiva nella lotta con 1 miliardo di dollari di finanziamenti è la Bill and Melinda Gates Foundation.
I ricchissimi di oggi seguono le tracce dei ricchissimi di ieri, i Rockefeller, affinché si possano vaccinare i poverissimi di oggi, gli stessi di ieri.