Attualità
29 ottobre, 2021

Nella ragnatela di Massimo Carminati la sorella di Ornella Muti

Claudia Rivelli è agli arresti domiciliari perché accusata di importazione e cessione di sostanze stupefacenti. In passato il suo nome era finito nelle intercettazioni che mostravano tutti i rapporti di potere del Cecato

Nella ragnatela tessuta dal capo del clan romano, Massimo Carminati, sono rimasti impigliati nel corso del tempo personaggi di ogni specie. Non necessariamente collegati direttamente al leader del “mondo di mezzo”, ma concatenati attraverso i suoi filamenti radiali e paralleli. E in questa tela è finito – inconsapevolmente - anche il nome di Claudia Rivelli, 71 anni, attrice e sorella della star del cinema, Ornella Muti. Rivelli è agli arresti domiciliari perché accusata di importazione e cessione di sostanze stupefacenti. È un’inchiesta su 39 persone che devono rispondere di traffico di droghe sintetiche acquistate all'estero sul web o sul darkweb. Rivelli era già stata arrestata il 15 settembre scorso, dopo che nella sua casa a Roma la polizia aveva trovato tre flaconi con un litro di sostanza Gbl (conosciuta come droga dello stupro). La donna è stata poi immediatamente liberata.

null
Cos’è veramente la “droga dello stupro”, la sostanza che sarebbe stata ceduta da Luca Morisi per il festino
29/9/2021

Claudia Rivelli si era difesa affermando di avere inviato la sostanza al figlio che vive a Londra «perché lui la usa per pulire l’auto» mentre lei la utilizza per «lucidare l’argenteria». Adesso i magistrati l’accusano di avere importato «illecitamente dall’Olanda, con cadenze trimestrali, vari flaconi di Gbl provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione “shampoo” in modo da trarre in inganno la dogana».

 

Già in passato il nome della donna era comparso per trascinamento in una importante inchiesta di Roma, quella che ha illuminato, anche se in parte, la ragnatela di Carminati. Rivelli, è bene precisare, non è stata mai indagata per l’inchiesta “mondo di mezzo” o “mafia Capitale”, ma le intercettazioni hanno fatto emergere come “il Cecato”, condannato in appello a dieci anni per associazione per delinquere, aveva collegamenti trasversali nella Capitale, coinvolgendo mondi e professioni diverse.

 

E nonostante i suoi diedi anni di carcere sulle spalle, Massimo Carminati è libero di circolare per la Capitale, anche se è in attesa dell’ultima parola della Cassazione. Ma non è detto che Carminati dopo il definitivo giudizio degli “ermellini” possa tornare in carcere per scontare il resto della pena che gli è stata inflitta.

 

Intanto, per comprendere meglio la ragnatela di Carminati con le sue ramificazioni ovunque, anche nelle sfere più impensabili, occorre spostarsi alla periferia della Capitale, nella sede della casa-famiglia “Piccoli Passi”, gestita dall’amico di famiglia Lorenzo Alibrandi, nella quale Massimo Carminati e “camerati” avevano tenuto diverse riunioni prima di essere arrestato. Ed è a questa associazione di Alibrandi che si collega la nostra storia. Che è solo un episodio.

 

Il capo del clan romano vuole tentare di agganciare il liquidatore fallimentare di due società, tale avvocato Vianello, il quale vanta un credito di 240 mila euro proprio dalla casa-famiglia.


Il pomeriggio del 18 gennaio 2013 Carminati è a bordo della sua Audi A1 con l’amico Angelo Maria Monaco. I due parlano del più e del meno. Fanno nomi. Raccontano di situazioni, di storie singolari. Poi, per uno strano giro di contatti, parte una serie di telefonate che coinvolgono indirettamente i familiari di Ornella Muti: l’eccentrica figlia Naike Rivelli, la sorella dell’attrice, Claudia Rivelli e il marito di quest’ultima, l’avvocato Paolo Leone, figlio dell’ex presidente della Repubblica Giovanni Leone. Nessuno di loro è stato coinvolto nell’inchiesta ma il racconto, fatto attraverso le intercettazioni dei carabinieri del Ros, è la sintesi esatta degli innumerevoli agganci trasversali del capo di “mondo di mezzo”.


Monaco (che dovrebbe essere il cugino dell’attrice, perché figlio di Emilia Rivelli sorella del padre della Muti) suggerisce a Carminati che il liquidatore fallimentare potrebbe essere imparentato con Francesca Romana Rivelli, in arte Ornella Muti e con Paolo Leone, suo cognato. L’uomo dice: «vuoi che lo chiamo subito?». Il Cecato replica: «e certo! Hai capito, se risolviamo questa cosa ci leviamo il pensiero...».


Monaco chiama al telefono «Claudia» che i carabinieri identificano in Claudia Rivelli, alla quale chiede informazioni su questo «avvocato Vianello». Da lì continua lo scambio telefonico fra i componenti della famiglia per identificare l’uomo e si arriva fino a Paolo Leone, il quale, però, esclude collegamenti con l’avvocato.


Conclusa la conversazione con il parente, il quale non sa che quelle informazioni siano espressa richiesta del capo del “mondo di mezzo”, Angelo Maria Monaco parla a Carminati di tale «Valerio», del quale il Cecato comprende l’identità e dice: «Valerio lo conosco bene (...) non è un avvocato è un amico… è uno che ha difeso un sacco di camerati... è un camerata Valerio... cazzo è un grande avvocato Cassazionista... mò che difende un sacco... un sacco di bravi ragazzi...».


Ma Angelo Maria Monaco non si ferma lì: i carabinieri annotano che «riferiva di aver appreso, in ambito familiare, che la figlia di “Ornella”, “Nike” era legata sentimentalmente a un napoletano camorrista il quale era stato difeso dal cugino, avvocato penalista, Rivelli, quest’ultimo amico dei costruttori Pulcini».


Dalle carte dell’indagine non sappiamo se Carminati sia arrivato all’avvocato Vianello. La cosa incredibile è però constatare le molteplici soluzioni che “il Cecato” ha per tentare l’aggancio: può provare tramite le dive o tramite i grandi costruttori, senza che l’uno sappia dell’altro e il tutto stando bello comodo seduto in auto. Non solo. L’ex Nar potrebbe conoscere anche il «napoletano camorrista» di cui parlano i due. Naike, infatti, è stata legata proprio a un napoletano, da tanti anni residente a Roma, con diversi problemi con la giustizia. Si chiama Pasquale De Martino, coinvolto in indagini su traffici di droga e nell’istruttoria P4 con Flavio Carboni e Marcello Dell’Utri. De Martino è stato complice del camorrista Michele Senese, a lungo vicino a Carminati e agli albanesi di Ponte Milvio, fra cui Arben Zogu e a Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik.


Parliamo del settembre 2008 e la figlia di Ornella Muti all’epoca aveva 34 anni. Come però dimostrano le intercettazioni, la donna da allora ha tagliato ogni rapporto con De Martino.

 

Ecco come i mondi si incrociano. E anche se con il trascorrere degli anni la ragnatela si può deformare per le intemperie giudiziarie, i temporali romani non pregiudicano la sua complessa funzionalità.

L'edicola

25 aprile ora e sempre - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 18 aprile, è disponibile in edicola e in app