Cos’è veramente la “droga dello stupro”, la sostanza che sarebbe stata ceduta da Luca Morisi per il festino

di Simone Alliva   29 settembre 2021

  • linkedintwitterfacebook

Il G, o Ghb, è ecstasy liquida e generalmente viene associata ai reati sessuali. Ma con un certo dosaggio è la portata principale nei chem-sex party. La psicanalista: «Spesso alla base dell’uso di queste sostanze c’è un’omofobia interiorizzata perché liberano da un senso di pregiudizio, stigma e colpa»»

Mirko, 30 anni, fa roteare sulle lattine di Redbull un contagocce di plastica, poi lo ripone in una bottiglia di vetro ambrata e inserisce il timer sul proprio iPhone: 90 minuti. “Adesso andiamo a ballare - dice – poi torniamo».

Siamo a Milano città di interni e feste private, in beffa ai decreti che vietano la riapertura delle discoteche. La compagnia di Mirko è composta da ragazzi dai 30 ai 40 anni. Lavoratori, professionisti in carriera, sportivi. Il colpo d’occhio è essenziale: nessuno ha un bicchiere di alcolico in mano, solo bottigliette d’acqua o lattine di energizzanti. Miscelate con il G, alias GHB, ecstasy liquida. Può essere trovato in polvere, ma si presenta generalmente come un liquido inodore, incolore, leggermente salato che provoca una breve e potente euforia. Quando il dosaggio è sbagliato, o quando è mescolato con l'alcol, il GHB può far andare in coma chi lo assume in pochi minuti, motivo per cui è noto anche come “droga dello stupro”.

 

La stessa droga che sarebbe stata ceduta da Luca Morisi, spin doctor della Lega di Matteo Salvini, a un gruppo di ragazzi romeni dopo una serata organizzata tramite l’app per incontri gay Grindr.

 

«In realtà – spiega Nico, 34 anni mentre sorseggia dalla bottiglietta di plastica – Gina si usa per i festini di sesso privati. Ti disinibisce e rende tutti più simpatici e belli. Però bisogna stare molto attenti al dosaggio. Quando nei fai uso devi contare come un chimico: numeri e formule. Dopo l’assunzione devi contare come un farmacista: quante ore sperano le dosi? Quanto ti occorre per resistere?».

 

“Gina” per dire Ghb o Gbl. La prima in origine era un anestetico, è stato poi usato per trattare l’insonnia e i sintomi dell’astinenza da alcol. La seconda si trova nei solventi per la pulizia e viene anch’essa usata per lo sballo. Portano euforia, comportamento disinibito e un aumento dell’eccitazione sessuale.

È la portata principale nei chem-sex party (letteralmente sesso chimico-sintetico) una pratica sessuale che prevede abbuffate di sesso e droga della durata minima di 72 ore, trascorse senza dormire né mangiare, in perenne equilibrio tra l’euforia e l’eccitazione. Pratica in costante aumento negli ultimi dieci anni. Con delle differenze geografiche fondamentali, come ha spiegato all’Agenzia Dire, il sessuologo Filippo Maria Nimbi, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica della Sapienza: «A Milano il contesto è più simile a quello del Nord Europa e durante i 'festini' si fa uso principalmente di metanfetamine, Ghb, mentre a Roma c'è un'alta percentuale di persone che fuma la cocaina o il crack, chiamata 'basata'. Questo dipende dai diversi circuiti e traffici di sostanze: a Milano le droghe arrivano più dal Nord-est Europa, mentre a Roma più dai Paesi mediterranei».

Il G si presenta come la droga di una generazione che non riesce a fare sesso se non usando sostanze stimolanti. Popolare soprattutto fra gli uomini che fanno sesso con altri uomini (MSM – Men who have sex with men). Produce un abbattimento delle barriere di difesa. L’overdose porta a depressione respiratoria e incoscienza.

Gli effetti di una singola dose di solito svaniscono dopo un'ora o giù di lì. Il timer inserito da Mirko serve per evitare l’overdose: «Un paio di volte ci sono andato sotto. Quando balli o fai sesso non presti attenzione a quanto stai prendendo».

 

Lo sballo inizia nei locali, spesso, poi continua per giorni nelle case private: «Sulle app si cerca compagnia mettendo simboli come il diamante. Ti fa capire che si fa uso ad esempio oltre che di G anche di Mdpv, noi la chiamiamo Madonna di Pavia». L’Mdpv una droga sintetica in forma di piccoli cristalli o polvere che ha fra i suoi effetti anche quello di aumentare l’eccitazione sessuale. Non è l’unica c’è anche il ghiaccio spray, le bombolette usate in ambienti sportivi per le contusioni, da spruzzare su un tessuto tipo spugna e poi aspirare.

 

La particolarità del G è quella di essere una droga che scivola via dal corpo in tempi rapidi dopo l’assunzione (10-12 ore) difficile rilevare con un’analisi chimica analitica. «Non è come la cocaina dove sei sveglio per giorni», dice Nico, «In realtà ti senti riposato quando ti sei svegliato da una notte su G. Io vado a correre sempre il giorno dopo, oppure vado in palestra».

 

Ci sono stati pochi studi sulle morti di GHB. Zero in Italia. Uno, condotto dall'Imperial College di Londra, si è concentrato esclusivamente sulla Capitale e ha rilevato un aumento di anno su anno del numero di morti tra il 2011 e il 2015. Proprio il 2015 ha registrato il suo picco: solo a Londra si contava un morto ogni 12 giorni. Da allora il Regno Unito ha avviato politiche di informazione e riduzione del danno. Secondo uno studio dell'European College of Neuropsychopharmacology (ECNP), l'overdose di GHB è la terza causa più comune correlata alla droga in Europa, dietro l'eroina e la cocaina.

 

A Milano si è deciso di avviare il primo servizio di terapia di gruppo per gli utilizzatori di chemsex. Una rehab su misura, un primo passo per affrontare il problema. È organizzata dalla storica Asa Onlus (Associazione solidarietà Aids). Giorgia Fracca, psicanalista e psicoterapeuta, coordina il gruppo per persone con dipendenze da chems: «Alla base dell’uso di queste sostanze spesso c’è l’omofobia interiorizzata. Il senso di disprezzo per sé o per altre persone omosessuali che spesso è inconsapevole. Sentiamo dire: ho tanti amici gay, sono dichiarato, sono out ma quando arriva il momento di vivere la propria sessualità c’è un senso di stigma e colpa che prevale».

 

«Tutte le dipendenze, in particolar modo da quelle da chemsex hanno a che fare con la difficoltà a entrare in una relazione autentica – approfondisce – e nonostante l’immaginario positivo proposto dai media, gli omosessuali hanno ancora difficoltà a vivere amorevolmente la propria affettività e sessualità. Il Ghb è una sostanza che allenta freni inibitori e da sensazione di empatia verso persone che non si conoscono affatto. Regala l’illusione di intimità però allontana dalla possibilità di costruire un legame affettivo». Il gruppo ha raddoppiato le sue sedute durante i lockdown più duri del 2020. “Un modo per non perdersi in un tempo molto difficile”.

A. è un giovane uomo che dalla terapia di gruppo di Asa è riuscito a ricostruire la sua vita: “Non dormivo. Le notti erano lunghe giorni. Non partecipavo più alle riunioni di lavoro, non rispondevo più ai miei genitori. Il mio unico obiettivo era chiudermi in casa, aprire Grindr e organizzare festini. Ogni tanto eravamo in 3 altre volte in quindici. Durante il lockdown ci si spostava in taxi oppure usavamo un servizio rider. C’è stato un periodo in cui per sei giorni non sono riuscito ad arrivare all’orgasmo. Ormai era solo droga, niente sesso”. La dipendenza alla sostanza è quasi istantanea, smettere è difficilissimo: “Quando ho smesso ho avuto come l’impressione di aver messo da parte la mia personalità”.

Il tema del chemsex si lega all’altissimo rischio di malattie sessualmente trasmesse, determinata dalla mancanza di inibizione causata dagli stimolanti assunti e la dipendenza dal sesso. Ma è quello che preoccupa meno questi ragazzi. Lo spiega Alberto mentre versa altre gocce nella lattina: “Molti di noi sono in PReP”, cioè la profilassi pre-esposizione che riduce il rischio di contrarre il virus dell’Hiv. “Bisognerebbe forse cercare di fare una politica di riduzione del danno. Io so che se qualcuno dei miei amici esagera devo spostarlo in un posto tranquillo e controllarlo ogni tanto. Lo metti su un fianco e lo lasci dormire”.

Il dottor Michele Lanza, Farmacologo, responsabile del servizio di terapia di ASA Onlus sottolinea il pericolo di mix di sostanze che può portare all’overdose: «Si assumono sostanze come il G insieme a droghe come la cocaina e altri farmaci come psicofarmaci, antiretrovirali, terapie per il cuore o anche viagra, essendo il Ghb un rilassante spesso viene accompagnato a farmaci che aiutano la prestazione sessuale. Questo comporta interazioni e un aumento dei rischi. L’arresto cardiaco è tra questi».

La serata è quasi terminata. Mirko prende il cellulare e inizia a scorrere Instagram, poi indica la foto di quattro ragazzi: «Questi sono quelli morti negli ultimi giorni dopo aver fatto chemsex. Coetanei, li ho incrociati qualche volta. Sui social non si dice. Leggi i sotto i commenti, tutti scrivono, non bisogna giudicare. Nessuno scrive come sono morti, neanche i giornali. Per uno di loro hanno scritto: morto di arresto cardiaco. Come fai ad avere un infarto a 32 anni e con questo fisico? Era gente sola. Entra nelle case e si muove in maniera inesperta. Ragazzi dimenticati. Parlarne non sta mai bene in questo paese». Mirko e i suoi amici se ne vanno. È l’alba ma la serata continua a pochi passi da Porta Venezia.