L’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in un attentato in Congo insieme al carabiniere della sua scorta Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milando, attendeva a breve la consegna di un’auto blindata che lui stesso aveva acquistato a inizio anno. Il diplomatico, da anni al lavoro in paesi dell’Africa e molto attivo nei progetti internazionali di aiuti alimentari e umanitari, temeva evidentemente per la sua incolumità e per quella dei suoi collaboratori.
Lo scorso otto gennaio aveva firmato la determina che concludeva l’iter di una gara di appalto per acquistare un mezzo blindato Vrs6 da sette posti a sedere: la gara era stata vinta da una ditta brianzola al costo di 205 mila euro.
A metà febbraio erano scaduti i 35 giorni per presentare eventuali ricorsi alla gara e a breve l’auto blindata sarebbe stata consegnata. Attanasio il giorno dell’agguato viaggiava su una strada definita «sicura» dalle autorità locali ma su un mezzo normale.