Il commissario all’emergenza ha mantenuto anche l’incarico di capo della logistica della sua forza armata e dunque si trova a dare e prendere ordine dal generale Portolano, con cui è in competizione anche per il ruolo di capo di Stato maggiore dell’Esercito

Cosa succede quando uno non vale uno. Un incarico, si intende. Il generale Francesco Figliuolo è il capo del Comando logistico dell’Esercito e da quattro settimane è pure il commissario straordinario per la pandemia, nominato dal governo di Mario Draghi come successore di Domenico Arcuri.

 

Il generale Luciano Portolano è il capo del Comando operativo interforze e da tre settimane è il coordinatore del gruppo militare schierato dal medesimo governo contro la pandemia. Ci sono quattro poltrone per due generali. Una gran fatica, ma soprattutto una gran confusione.

 

Il commissario Figliuolo impartisce gli ordini al coordinatore Portolano, ma il capo del Comando logistico Figliuolo li riceve dal capo del comando operativo interforze Portolano. In una struttura gerarchica e verticale come quella militare, in cui ci si muove per “linee di comando e controllo”, non sapere chi decide, quando decide e fin dove decide è un guaio serio. I sottoposti di Figliuolo e Portolano non sanno a quali indicazioni obbedire.

 

Figliuolo è il teorico delle vaccinazioni a “chi passa”, Portolano delle vaccinazioni “porta a porta”. Non è proprio la stessa cosa. Intenzioni, direte. Ma qui ci si gioca l’uscita dalla pandemia. Per ripristinare una formale normalità, l’alpino Figliuolo dovrebbe rinunciare al ruolo di capo dell’ufficio logistica, però Portolano, oltre a essere un suo collega, altrettanto pluridecorato di nastrini, è anche un suo rivale per la carriera.

 

Il 6 novembre scade il mandato triennale del generale Enzo Vecciarelli allo Stato maggiore della Difesa. Secondo la turnazione fra le forze armate, dopo l’Aeronautica con Vecciarelli, dovrebbe toccare alla Marina, ma l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha già compiuto 64 anni. Allora i pronostici insistono sul generale Pietro Serino, molto apprezzato dal Quirinale di Sergio Mattarella, già capo di gabinetto dei ministri Elisabetta Trenta e Lorenzo Guerini, appena promosso a capo dello Stato maggiore dell’Esercito. E dunque per il posto di Serino la competizione è fra Figliuolo e Portolano. "Audacemente ascendere", come dicono gli Alpini. Non è il momento di buttare né le dosi di vaccino né le ambizioni personali.