Attualità
18 settembre, 2025Il settimanale, da venerdì 19 settembre, è disponibile in edicola e in app
Una mano tesa fa il saluto nazista, ma i colori non sono quelli del Terzo Reich e la frase sulla copertina è a sorpresa: “Heil Putin”, si legge sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso. Una presa di posizione forte, sostenuta da un testo di Giacomo Marramao e da inchieste di Federica Bianchi e di Sabato Angieri, sui pericoli della guerra ibrida del presidente russo, sulla minaccia ai confini europei, sulla micidiale propaganda fatta di cyberattacchi e di sostegno ai movimenti dell’ultradestra anti Unione Europea. E mentre Sebastiano Messina sottolinea le tensioni nel pacifismo dell’opposizione, il direttore Emilio Carelli nel suo editoriale invita a non ripetere gli errori commessi contro Hitler: la pace non si compra con una resa mascherata da diplomazia.
In fondo al giornale, una seconda copertina speciale racconta “Le nuove leve”: L’Espresso presenta sessanta giovani impegnati su vari fronti di attivismo, partecipazione, promozione del dialogo. “Un vento fresco che rivitalizza la vecchia politica”, li definisce il direttore Carelli, mentre Federico Lobuono e Paolo Federico raccontano il senso di una “palestra del dialogo” che arriva quest’anno alla terza edizione. Al centro dell’iniziativa, una carrellata di talenti che sarà protagonista di un evento organizzato all’Università Link di Roma dal nostro giornale insieme a due associazioni, La Giovane Roma e Politica.
In Italia intanto, scrive Carlo Tecce, Giorgia Meloni si allontana dall’ex amico Elon Musk e quindi dalla sua Starlink. Susanna Turco segue la campagna alle regionali di Matteo Ricci, candidato del Pd a riconquistare le Marche, Marco Antonellis scava dietro le quinte preelettorali in Sicilia, Massimiliano Panarari e Carlo Cottarelli bocciano la miopia antrifrancese e antieuropea dei politici italiani. Francesca Barra recensisce un libro sulle donne di mafia, Gennaro Tortorelli presenta il racconto della disavventura di un aspirante calciatore magrebino processato come scafista, mentre Anna Dichiarante ricorda Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano ucciso 40 anni fa. Ed Enrico Bellavia punta il dito contro lo scandalo dei morti sul lavoro, che aumentano soprattutto tra i lavoratori stranieri.
Erica Manna racconta il sostegno dei camalli di Genova alla Flotilla in viaggio verso Gaza, Diletta Bellotti segue il viaggio gemello della missione Madleen. In Israele però, scrive Matilde Moro, i coloni continuano a strappare la terra ai palestinesi. Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni fanno il conto di quanto sono armati gli Usa, dove le pallottole sono la prima causa di morte tra i giovani, mentre Federica Urzo ricostruisce il cocktail micidiale di odio alimentato da bot e ideologie che ha portato all’omicidio di Charlie Kirk.
Ma c’è chi resiste alle crociate di Trump: Lucrezia Tiberio scopre in Texas una casa-rifugio per richiedenti asilo, Jessica Masucci racconta un progetto per migliorare le cure negli ospedali ugandesi, a corto di fondi per colpa dei tagli alla cooperazione decisi dagli Usa. Daniele Mastrogiacomo intanto vede nella condanna per golpe di Bolsonaro la dimostrazione che il Brasile ha voltato pagina rispetto al populismo che, invece, impera negli Usa.
Parlando di pensioni, Gloria Riva smaschera il gioco di prestigio di Durigon, che promette la pensione ai 64enni sapendo di non avere le coperture: un’intervista a Elsa Fornero lo conferma. E Rosy Bindi, nella pagina delle lettere curata da Stefania Rossini, risponde a un medico che criticava le riforme della Sanità decise quando era ministro. Alessandro Longo fa i conti al boom dei dischi in vinile, Giampiero Moncada rivela gli sprechi intorno al registro elettronico obbligatorio mentre Pierfrancesco Majorino e Massimiliano Valeriani del Pd spiegano perché solo la gestione pubblica può garantire il diritto alla casa.
E L’Espresso chiude con una lunga chiacchierata di Matteo Insolia con Walter Siti, un focus di Bruno Ployer sulle tre opere di Verdi ispirate a Shakespeare e una nuova puntata dell’indagine sullo stato di salute del romanzo italiano firmata da Giulia Rugolo. Loredana Lipperini ricorda le profezie di Stefano Benni, Marisa Ranieri Panetta invita a visitare i tesori archeologici dei Campi Flegrei, la filosofa Susan Neiman firma un appello a resistere alla politica che ci spinge verso l’infantilismo. E Marco Montemagno rivela che – per fortuna! – per la maggioranza degli utenti l’Intelligenza artificiale è un assistente per il lavoro e non un amico con cui confidarsi.
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Heil Putin - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
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