«La logica infantile come il pensiero magico elimina la distinzione fra azione ed evento. Nei discorsi di Bolsonaro, Erdogan o Putin l’uomo non è mai responsabile per l’impatto delle sue azioni». Parla il filosofo Peter Sloterdijk

È diventato famoso con la “Critica della ragione cinica”, opera fulminante in cui Peter Sloterdijk si fa beffe di un po’ tutta la tradizione filosofica. Con la mastodontica trilogia delle “Sfere” ha poi ricostruito un’antropologia della cultura. Ovvero «il nostro disperato bisogno di costruirci, dai salotti di casa alle più grandi sfere politiche, spazi immunitari». Catastrofi naturali che devastano il pianeta e Covid-19, con vaccinazioni e restrizioni, le «due più urgenti sfide immunitarie», come le chiama lui. Mentre sulle piazze di mezzo mondo i No-vax contestano vaccini e Green pass e la Germania, che si prepara al voto del 26 settembre, questa estate è stata sommersa da alluvioni, come accaduto anche in Cina.


Come ha reagito davanti alle immagini dell’orrore ecologico?
«Siamo esposti alle due versioni dei miti, alla furia delle acque e, come abbiamo visto in Europa o in America, a quella del fuoco. Davanti a queste tragedie non c’è, come nel “Flauto magico” di Mozart, un eroe illuminato, ma un’umanità sempre più esasperata dalle catastrofi ambientali e virali».


In “Sfere” sintetizza: la politica del clima è destino...
«Secondo Hegel, la conquista del pensiero greco consisteva nell’averci reso il cosmo abitabile. Sulle orme dei greci siamo abituati ad identificare cosmo ed oikos, con la nostra casa. Da Hölderlin ad Heidegger l’idealismo ha creduto che l’uomo abiti questo pianeta poeticamente, e cioè costruendovi case. Non appena parliamo di “umwelt”, di ambiente, però cresce la distanza da quella visione greca, da un punto di vista ecologico il cosmo non è la nostra casa né l’uomo l’unico vivente ad abitarci».


L’attentato terroristico ci sciocca. Davanti alle catastrofi ecologiche sfoggiamo indifferenza...
«Il terrorismo sciocca perché rimanda a un autore o a un colpevole. Mentre un’alluvione la leggiamo quasi sempre come un evento. Siamo più insensibili degli antichi che percepivano le catastrofi come un monito degli dei. Anche oggi ci mostrano però come il tempo della nostra presunta innocenza sul pianeta sia scaduto».


Oggi i climatologi ripensano la Terra come un soggetto ipersensibile che reagisce con catastrofi di ogni tipo al comportamento umano...
«Negli ultimi due secoli abbiamo iniziato a capire quanto la vita sulla Terra dipenda dall’atmosfera. Herder è stato il primo filosofo a capire che noi umani siamo figli dell’aria, soggetti ai flussi sulle nostre teste. Se vogliamo comprendere le emergenze ecologiche e del Covid-19 dobbiamo ripensare a una filosofia dell’aria, a un equilibrio con l’atmosfera».


Bruno Latour, nel saggio “La sfida di Gaia”, descrive invece la guerra fra scienziati, attivisti Verdi e negazionisti di ogni colore intorno al sottile manto dell’atmosfera...
«La guerra ora esplosa nasce nel momento in cui, a Parigi, Lavoisier decompose l’acqua dimostrando che è un composto di idrogeno e ossigeno, cioè di due gas. Una delusione per l’uomo scoprire che l’acqua non è un elemento, ma un gas sospeso nell’aria. Tutta la tradizione filosofica e politica, da Platone ad Heidegger, è una metafisica del suolo. La svolta copernicana di Galileo e Newton l’abbiamo assimilata, ma non ancora una metafisica dell’aria per capire la realtà gassosa dell’atmosfera».


A dar retta a Trump, Putin o Bolsonaro i rapporti sempre più allarmanti dei climatalogi non sono che fake news...
«Nella ex Rdt era vietata la parola inglese smog e per l’inquinamento dicevano “la nuvola industriale”. Il fatto che accendiamo miliardi di fuochi e appestiamo l’aria con milioni di macchine per i negazionisti è una nuvola che piove dal cielo e che la Terra potrà sempre assorbire. Molto infantile».


Come è possibile credere che il surriscaldamento globale non sia opera umana?
«La logica infantile come il pensiero magico elimina la distinzione fra azione ed evento. Nei discorsi di Bolsonaro, Erdogan o Putin l’uomo non è mai responsabile per l’impatto delle sue azioni. La politica negazionista li costringe a vivere in una favola e i loro fan scambiano questi politici così puerili per uomini forti. Chi nega l’inquinamento globale è un metafisico del suolo, convinto che l’aria che respiriamo sia un inalienabile diritto umano. Le crisi ambientali e del Covid-19 ci dicono che non è così».


L’Afghanistan è di nuovo dei talebani: ennesima catastrofe dell’Occidente?
«È dal 1798, dalle guerre napoleoniche in Egitto che l’Occidente tenta di impiantare, in modo traumatico, i suoi valori in Medio Oriente. Da allora il mondo islamico ha reagito o rinchiudendosi in un Islam sempre più radicale o imitando i valori occidentali. La guerra dei talebani è l’ultimo atto della reazione più conservativa dell’islamismo, e mostra quanto sia fallimentare trapiantare con le armi le idee democratiche».


In Germania, la stima dei Verdi al 19 per cento ha a che fare con le crisi climatiche?
«Segnala che il problema dell’aria non riguarda solo i miei polmoni o la nostra città, ma l’atmosfera terrestre. Da disciplina relegata alla fine dei Tg, la metereologia è mutata in regina delle scienze, anche la politica è oggi un’ancella di questa nuova ontologia dell’atmosfera. Mentre la filosofia è un’antropologia che descrive come la vita nelle nostre case sia il tentativo, sempre fallace, di costruirci sistemi immunitari. Se è il film dell’atmosfera a rompersi, è l’ecosfera che dobbiamo proteggere se vogliamo davvero immunizzarci».


Annalena Baerbock può ancora essere la prossima Cancelliera?
«Credo che il prossimo governo a Berlino avrà una forte componenente dei Grünen al suo interno. Anche se Arnim Laschet dovesse spuntare meno del 30 per cento dei voti, la Cdu sarà sempre il primo partito. E spetterà al nuovo Kanzler della Cdu formare un governo con i Verdi e i liberali della Fdp, come freno agli eccessi ideologici dei Verdi».


Nel 1998 Gerhard Schröder diventò cancelliere con il 40 per cento. Oggi la Spd viaggia oltre il 25 per cento. Come mai?
«Dal 1998 ad oggi, per tutti gli anni della Merkel, buona parte dei postulati della Spd sono diventati realtà. L’etica della Spd, per parafrasare Hegel, è oggi perfettamente realizzata nello Stato tedesco».


Anche in Germania ci sono manifestazioni dei Querdenker, i No-vax. Da quando i tedeschi si ribellano alle norme dello Stato e della scienza?
«Come per le crisi ambientali i negazionisti sono spinti da un pensiero magico. Il No-vax protesta come un eterno bambino contro il verdetto di Hegel secondo cui la libertà è accettazione delle necessità».


Putin, Salvini o Marine Le Pen: sovranisti nipotini del più grande cinico di tutti i tempi, il Grande inquisitore di Dostoevskij?
«Questi sovranisti sanno benissimo, come l’Inquisitore di Dostoevskij, che l’uomo è un grande ribelle, ma che non sopporta la propria libertà. La palma d’oro del neocinismo va a Putin per aver sostenuto che Aleksej Navalny non sia stato avvelenato. Se l’avessimo fatto noi, dice l’ex agente del Kgb, avremmo avuto successo. Il non plus ultra del puro cinismo in politica».